I lavavetri


Ieri mattina mentre bevevo il caffè, mi è apparso all'improvviso un uomo vestito di blu con caschetto dello stesso colore. Per un momento ho creduto di avere le allucinazioni e invece no.
Finalmente sono arrivati i Ghostbuste(l)s dei vetri, approfittando degli unici due giorni di sole consecutivi all'anno a Taipei.
Devono fare degli accurati studi metereologici prima d'intervenire, ne sono certa. Temo, quindi, che non li rivedrò molto presto.
Il loro lavoro è ottimo e molto silenzioso. Sorrido pensando a che cosa sentirei se al loro posto ci fosse un team di ghostbuster italiani. Battutacce, motivetti, scherzi con l'acqua. Sarebbe più divertente.

Ieri sera, mentre tornavo a casa con Mingtai, ho tirato su il naso e ho notato che adesso, se le luci sono accese, si vede proprio bene il nostro soggiorno, con la libreria bianca, la lampada rossa. Le tende non ci sono perchè le ho tolte. A me non piacciono in generale e quelle che avevamo, erano tremende. Iduzzo lamenta di non poter più girare in mutande. Mi sembra un'altra validissima ragione per esserne privi.

I ghostbuste(l)s ci metteranno qualche giorno perchè devono spostare il loro carrellino da una facciata all'altra per poter pulire i vetri di tutte le stanze. Ovviamente ho sottostimato la loro rapidità ed efficacia, per cui ieri ho lasciato aperta una finestra, cosa che è stata comunicata immediatamente dall'omino blu alla portineria che ha proclamato lo stato d'allerta. Ho colto l'ansia nel tono di voce del portiere di turno. Ci ho messo come sempre i miei buoni dieci minuti per capire che cosa volesse, ma poi, grazie al fatto che sono italiana (a volte bisogna proprio dirlo), ho fatto uno sforzo di fantasia e ci sono arrivata. La finestra è stata chiusa. La tabella di marcia dei ghostbuste(l)s non ha subito ritardi e vissero tutti felici e contenti.

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