In agenzia


Domenica pomeriggio, mentre eravamo al parco, una tizia si è avvicinata e, gesticolando come una pazza, ci ha fatto capire che voleva farci delle foto. Ok. Dopo qualche scatto e mille "biutiful, biutiful, biutiful", l'unica parola che gestiva in inglese, ci ha allungato il suo biglietto da visita. Agente pubblicitaria. Ha poi chiamato qualcuno al telefono perchè ci chiedesse, in inglese, se eravamo interessati a passare in agenzia per farci fare delle foto vere. E noi, la Narciso family, abbiamo detto subito si.

Stamattina, sotto una fastidiosa pioggerellina e controvento, la Narciso family, con l'immancabile Polly, procedeva verso il luogo indicato sul biglietto da visita.
Sorvoliamo sul fatto che, prima di uscire, avessi tentato un'inutile messa in piega poi stravolta dal vento, non appena varcato il portone e che, ieri, complice un biscotto al cioccolato puro che mi sono concessa in un momento di debolezza, mi sia comparso un grazioso brufolino sulla guancia, oggi camuffato da una spalmata abbondante di fondotinta Loreal.

Alle ore 10.30 facevamo il nostro ingresso in uno degli uffici più squallidi che io abbia mai visto. Una specie di scantinato ma al 7 piano, buio, con poche scrivanie pigiate le une contro le altre. Ai muri, dipinti di rosso e di grigio, erano appese delle cartoline di film famosi incorniciate, grande finezza decorativa. Su alcuni tavoli, invece, erano stesi dei teli di velluto come quelli che si usano per i funerali.


Abbiamo riempito delle schede con i nostri dati che sono state poi controllate da una tipa che parlava l'inglese come io il cinese. Alla barriera linguistica si sommava anche qualche problema cerebrale per cui, dopo mezzora,  ha realizzato, tirando un grande sospiro di soddisfazione, che fossimo tutti e tre parte della stessa famiglia e che non ci fossimo incontrati per caso in ascensore. Scherzando le ho detto che in più Polly era mia sorella. Mi ha guardato con gli occhi sgranati : But no possible. She's taiwanese ! Ma dai ? Che intuito !

Le foto, invece, ce le ha fatte una psicorigida che ci guardava malissimo. Avevo anche un po' di paura. Ad innervosirla ci si è messo infatti Iduzzo che zompettava per lo studio in uno stato di eccitazione adolescenziale.
Matteo, ovviamente, ha smesso di sorridere proprio quando avrebbe dovuto. Ha invece sfoderato una delle sue nuove espressioni : labbra arricciate e pernacchiette bavose. Evidentemente la fotografa stava antipatica anche a lui.
Io, invece, ho passato un quarto d'ora a sorridere come un'idiota fino a quando ho temuto la paresi mascellare. Poi è salito sul palco Ido e, alla fine, anche Polly è stata immortalata. Cosa succederà poi, ancora non si sa. Forse ci chiameranno per qualche spot di bao zze.

Commenti

  1. che spasso! la mia ragazza mi ha consigliato questo blog di una famiglia di pazzi che si è trasferita a taipei o in qualche altro posto assurdo. devo a mia volta consigliarle di girare l'indirizzo alla sua amica anna, che mi pare di ricordare voglia fare la stess cosa. speriamo che questi qui a taipei sopravvivano per postare altre cose simili. e che non si facciano scappare nessuna di queste magnifiche occasioni di conoscere l'Oriente! noi qui ne abbiamo bisogno, abbiamo bisogno di loro là. la fotografia di questo post vale tutto quanto pubblicato finora, che non è poco. magari chiamo sandro e carlo e organizziamo anche una cena in onore di questi!

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  2. Mauro !! grazie dell'entusiasmo ! noi qui ne abbiamo bisogno ! dai organizzate il quitaipei fanclub con carlo, sandro e la dema. mangiatevi una pizza per me ! ciao

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