La Fe(^)te
E' lunedi e finalmente ho smaltito lo champagne e i mojito di sabato sera.
Ebbene si, niente sushi e dvd come previsto. Dopo aver esaminato fedina penale, documenti e aver chiamato tutti i datori di lavoro precedenti, ci siamo finalmente decisi ad affidare Matteo alla babysitter e siamo usciti !
Destinazione : la festa di quarantesimo di una tipa francese, molto simpatica, moglie di Monsieur Ocean.
Perchè qui a Taipei la comunità expat francese è grande e sono tutti manager di aziende francesi. C'è Monsieur Carrefour, Monsieur Credit Agricole e via discorrendo.
Uscendo di casa, mi sono scusata con la babysitter, dicendole che l'avrei tempestata di sms. Lei mi ha sorriso : I understand. Dont worry : Matteo is in good hands. Poi mi sono dimenticata di prendere il regalo, quindi sono tornata indietro, scusandomi nuovamente, perchè sembrava che l'avessi fatto apposta per controllare che non avesse già messo Matteo nel forno. Ma dormiva tranquillo nel lettino.
Al tipo di turno in portineria ho cercato di spiegare che se avesse visto un bimbo piccolo dileguarsi con una signorina poco più alta di lui, avrebbe dovuto chiamare la polizia. Ha capito solo la parola : police e, per qualche minuto, ho temuto di vedere arrivare una volante al posto di un taxi.
Alla festa si parlava francese e si beveva champagne, ca va sans dire. Pochi i taiwanesi. Il locale era talmente buio che non si vedevano nemmeno. Erano individuabili solo grazie ai flash dei telefonini con cui facevano milioni di foto a questa simpatica tribù caucasique. Zero italiani, anzi una, di cui avevo sentito parlare spesso, che praticamente è nata a Genova ma ha sempre vissuto all'estero e infatti parla italiano con accento inglese. Ma la sua verve è di chiara marca nostrana.
Noi eravamo i più giovani sia in senso anagrafico, sia in senso di permanenza in città.
Taipei non piace particolarmente a nessuno ma, a quanto pare, qui si sta bene. Hanno quasi tutti vissuto a Hong-Kong, Shangai, Bangkok etc. Della Cina e dei Cinesi non ne parlano benissimo. Sarà. In effetti loro sputano anche.
Il cinese lo parlano in pochi, très difficile, ma io non demordo.
La maggior parte vive a Tienmu, un quartiere residenziale a nord della città dove ci sono tutte le scuole internazionali e quindi un posto più comodo se hai figli grandi.
Alla festa, tanto alcol ma nulla da mangiare. Pizzette, focaccine ? Mais non, solo un piattino di verdure fritte salatissime che facevano aumentare la sete in maniera esponenziale e quindi ancora più champagne. Ero stremata anche perchè fuori esercizio. Mi sono appoggiata ad un muro e, quando mi sono resa conto di farfugliare cose senza senso in francese, ho deciso che era ora di andare. In taxi abbiamo biascicato all'autista l'indirizzo di casa in cinese ma siamo comunque arrivati a destinazione. Di sms alla babysitter, solo uno. Non era facile manovrare il cellulare con in mano un cocktail. Madre degenere. Babysitter ottima. Evviva !
Il sito del locale : http://www.wen-khaki.com/
Ebbene si, niente sushi e dvd come previsto. Dopo aver esaminato fedina penale, documenti e aver chiamato tutti i datori di lavoro precedenti, ci siamo finalmente decisi ad affidare Matteo alla babysitter e siamo usciti !
Destinazione : la festa di quarantesimo di una tipa francese, molto simpatica, moglie di Monsieur Ocean.
Perchè qui a Taipei la comunità expat francese è grande e sono tutti manager di aziende francesi. C'è Monsieur Carrefour, Monsieur Credit Agricole e via discorrendo.
Uscendo di casa, mi sono scusata con la babysitter, dicendole che l'avrei tempestata di sms. Lei mi ha sorriso : I understand. Dont worry : Matteo is in good hands. Poi mi sono dimenticata di prendere il regalo, quindi sono tornata indietro, scusandomi nuovamente, perchè sembrava che l'avessi fatto apposta per controllare che non avesse già messo Matteo nel forno. Ma dormiva tranquillo nel lettino.
Al tipo di turno in portineria ho cercato di spiegare che se avesse visto un bimbo piccolo dileguarsi con una signorina poco più alta di lui, avrebbe dovuto chiamare la polizia. Ha capito solo la parola : police e, per qualche minuto, ho temuto di vedere arrivare una volante al posto di un taxi.
Alla festa si parlava francese e si beveva champagne, ca va sans dire. Pochi i taiwanesi. Il locale era talmente buio che non si vedevano nemmeno. Erano individuabili solo grazie ai flash dei telefonini con cui facevano milioni di foto a questa simpatica tribù caucasique. Zero italiani, anzi una, di cui avevo sentito parlare spesso, che praticamente è nata a Genova ma ha sempre vissuto all'estero e infatti parla italiano con accento inglese. Ma la sua verve è di chiara marca nostrana.
Noi eravamo i più giovani sia in senso anagrafico, sia in senso di permanenza in città.
Taipei non piace particolarmente a nessuno ma, a quanto pare, qui si sta bene. Hanno quasi tutti vissuto a Hong-Kong, Shangai, Bangkok etc. Della Cina e dei Cinesi non ne parlano benissimo. Sarà. In effetti loro sputano anche.
Il cinese lo parlano in pochi, très difficile, ma io non demordo.
La maggior parte vive a Tienmu, un quartiere residenziale a nord della città dove ci sono tutte le scuole internazionali e quindi un posto più comodo se hai figli grandi.
Alla festa, tanto alcol ma nulla da mangiare. Pizzette, focaccine ? Mais non, solo un piattino di verdure fritte salatissime che facevano aumentare la sete in maniera esponenziale e quindi ancora più champagne. Ero stremata anche perchè fuori esercizio. Mi sono appoggiata ad un muro e, quando mi sono resa conto di farfugliare cose senza senso in francese, ho deciso che era ora di andare. In taxi abbiamo biascicato all'autista l'indirizzo di casa in cinese ma siamo comunque arrivati a destinazione. Di sms alla babysitter, solo uno. Non era facile manovrare il cellulare con in mano un cocktail. Madre degenere. Babysitter ottima. Evviva !
Il sito del locale : http://www.wen-khaki.com/
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