Gita


L'appello è servito. Il sole è tornato, ma solo per 48 ore, regalandoci temperature da primavera inoltrata. Ne abbiamo approfittato per fare qualche giretto fuori città con i nonni di Israele, in visita a Taipei fino a fine mese.

Siamo stati nello Yangminshan, un parco naturale, a ridosso della città, con una vegetazione straordinaria e dei favolosi panorami sulla costa nord-est di Taiwan, grazie a dei promontori che raggiungono anche i mille metri. 
Peccato, come sempre, lo squallore dei piccoli centri abitati. Mi viene una rabbia. Abitano un'isola meravigliosa dal punto di vista paesaggistico e l'hanno completamente rovinata con delle architetture, termine generoso, da brivido.
Stesso discorso per Danshui, cittadina costruita lungo la foce del fiume omonimo e raggiungibile in metrò da Taipei. 
Bella la passeggiata lungo fiume se si evita, però, di girare lo sguardo verso la parte costruita, una successione di palazzine fatiscenti con finestre sproporzionate e rivestimenti multicolori.
Eppure qui, agli inizi del Seicento, sono approdati Spagnoli e Olandesi. Possibile che non abbiano lasciato nulla di più di un forte ? Avrebbero potuto applicarsi un po' di più ed educare i locali dal punto di vista architettonico. Altrimenti a cosa serve colonizzare ? 

Ma la cosa che più mi diverte, per non dire altro, è leggere le guide turistiche che ti descrivono questi posti con la stessa enfasi con cui scrivono dei paesini della Provenza o della Toscana. E tu continui a crederci perchè ti rifiuti di pensare che possa essere tutto così, e attendi speranzoso di approdare in un bel posto, ma anche non bello, però, decente.
Io penso spesso a Sale, nell'alessandrino, un paesino a cui sono legata affettivamente ma che non è certo Pienza. Ecco, a Taiwan, potrebbe diventare facilmente un sito protetto dall'Unesco.

Nel parco dello Yangminshan, c'è un posto che si chiama Bambù Lake. Bene, il lago, di origine vulcanica, non c'è più perchè l'hanno prosciugato i Giapponesi per crescerci del riso e, al suo posto, è rimasta una conca semipaludosa dove, oggi, si coltivano soprattutto fiori esotici.
La guida scrive in proposito : " Many farms have dedicated restaurants with courtyard and patio seating, bringing gourmands in great hordes on weekends. Expats in the know like to stroll along the depression's tree-shaded loop road on weekdays, stopping for a light meal and beer at one of the restaurants."
E già, proprio così. Un idillio. I ristoranti sono delle scatole di metallo incollate a delle baracche, le famose farms, e i patio seating sono delle lastre in lamiera a sbalzo con quattro sedie instabili. La loop road è una strada sterrata dove ti mangiano vivo moscerini e zanzare. Ma, a parte questo, it's really lovely.



                          

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