Qui Singapore



E si ! Decisamente il regalo più bello, per il mio compleanno, me l'ha fatto Iduzzo portandomi/ci a Singapore.
Che posto ! Anche se per arrivarci, abbiamo surfato un tifone in aereo, cosa che non è molto piacevole. Non capisco : sono mesi che lo aspetto comodamente seduta sul mio divano di casa. Me lo devo beccare in volo, io, che alla minima turbolenza, m'angoscio.

A Singapore, in ascensore una vocina dice Going up, going down, invece di Xian lou, xia lou. Tutto è in inglese. Nei supermercati ci sono la ricotta e le zucchine. C'è Gap e degli edifici impressionanti che si riflettono nell'acqua, la sera. Uno spettacolo emozionante.
E già. Ma troppo facile ! Vuoi mettere, invece, vivere dove tutto è in cinese, cerchi di farti capire ma sai che non ce la farai e nei supermercati ti affidi al traduttore automatico per individuare le zucchine che tanto, poi, non ci sono mai ? That's life !

Siamo capaci tutti di andare ad abitare a Singapore in un bel condominio senza marmi, capitelli e cineserie varie.
La vera sfida è qui a Taipei dove, però, ed ora sono seria, la gente è gentile e rilassata, tranne quando guida, dove noi caucasici siamo una rarità ma trattati  sempre bene e con rispetto.
Non come a Singapore dove nessuno ti guarda in faccia e, siccome si guida sulla sinistra per colpa degli Inglesi ( ma meno male che l'hanno colonizzata loro), anche in metropolitana, se ti azzardi a salire sulla scala mobile stando sulla destra, trovi, nella direzione opposta, qualche Britannico rubicondo e sovrappeso che ti guarda male, sussurrando un F...ck off.
F...ck off, invece, lo dico io quando cerco invano una rampa per disabili e mi devo trascinare Inglesina + Ming sui gradini per riuscire a scendere in metrò o attraversare una strada, cosa che si fa, di solito, o in passaggi sotterranei, dei veri e propri svincoli pedonali, o in sovrappassi. I passaggi pedonali con semaforo, a Singapore, li schifano.

Detto (anzi scritto) questo e, conclusa un giorno la nostra esperienza a Qui Taipei, non ci offenderemmo se qualcuno volesse mandarci per qualche anno laggiù fra cinesi, indiani e malesi che coabitano serenamente quest'isola con tanto di giunglo, ma che quando si incontrano, si dicono How are you, invece di  Ni hao ma.
E se chiedi un coltello e una forchetta, non ti guardano smarriti.

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