Giovedì mattina
Ho avuto una mattinata che definire "incasinata" è un understatement. Sveglia alle 6.30 am, e fin lì, tutto nella norma poi latte a Tommaso, caffè ma intanto si sveglia Matteo, allora vestilo velocemente per andare all'asilo poi cambia e vesti Tommaso, prepara la colazione a Matteo, saluta Iduzzo, metti le scarpe ai nani ma poi mi rendo conto di essere ancora in pigiama e allora mi vesto anch'io, prepara il maledetto lunchbox e la borsa per Tommaso, infila le giacche, lotta per infilare le giacche, urla e strepiti (i miei), carica Tommaso sul passeggino, apri la porta, tutti in ascensore e poi in garage.
Metti sul seggiolino Matteo, poi Tommaso, piega il passeggino e mettilo, con le borse, nel baule. Poi mi siedo anch'io, accendo il motore, Matteo ha sete, cacchio la bottiglia dell'acqua è nel baule, allora riscendi, riapri il baule e prendi l'acqua, risali in macchina, riaccendi il motore. A Tommaso cade il suo asinello Donkey, pianto a dirotto ma ormai sono per strada e allora alzo il volume della radio per sovrastare i vagiti. Nel lettore cd, La Tartaruga di Bruno Lauzi, fra le hit preferite da Matteo, che ricomincia, in loop, almeno venti volte quando, finalmente, arriviamo all'asilo.
Prendi Tommaso, Matteo ed il lunchbox, citofona per farti aprire, poi scendi la scaletta cercando di non scivolare e poi di nuovo cacchio il codice della seconda porta, non me lo ricordo più. Ecco che arriva Beatrice, donna giunonica svizzera, mamma di due bimbi gemelli in classe con Matteo che, oggi, ha deciso di socializzare con me. Le parlo mentre cerco di cambiare le scarpe a Matteo e di dare un occhio a Tommaso che gattona per il corridoio. Sudo da morire perché fuori 2 gradi ma dentro almeno 28 ed io sono con giacca e sciarpa.
Saluto Matteo, mi congedo da Beatrice, recupero Tommaso, lo ficco in macchina e ci dirigiamo verso il supermercato vicino dove, in meno di dieci minuti, devo fare una spesa veloce perché poi, dall'altra parte della città, mi aspetta Robert, italo canadese di origini calabresi, per farmi vedere un possibile appartamento in affitto. Sembrava bello in foto ma dal vero è orrendo. Pazienza. Arrivo all'appuntamento con un quarto d'ora di anticipo, gelo, colpita in faccia da un improvviso vento antartico, e trovo così riparo in un bar dove mi scaldo con un cappuccino. Tommaso nel frattempo si è addormentato oppure è semplicemente morto assiderato.
Suona il cellulare, il "calabrese" mi chiama che è in ritardo di un paio di minuti perché non trova parcheggio. Abbozzo ma mi girano già vorticosamente le palle. Finalmente arriva, mi fa entrare nell'appartamento e va a fare pipì. Poi mi lascia lì riscusandosi che non aveva moneta per il parchimetro e che quindi va a farsi cambiare qualche dollaro per poterlo pagare. Lo aspetto perché sono cretina ma gentile. Torna con in mano un computer : se questo appartamento non piacere, io ne ho others e intanto cerca disperatamento di connettersi ad internet usando il suo cellulare come hotspot ma non ci riesce : oggi veramente no luck. Brutta figura ... No, non brutta, pessima vorrei dirgli mentre guardo l'orologio scalpitando perché, nell'ordine sarei dovuta passare in banca a ritirare un documento per Iduzzo, avrei dovuto firmare dei papiri per Phenomenal e last but not least avrei dovuto recuperare Matteo all'asilo.
Prendo coraggio e me ne vado, mandandolo anche un po' a quel paese perché, si, sono buona e tranquilla ma quando si esagera poi esplodo.
Chiudo il passeggino, metto Tommaso in macchina e torno a casa a nutrirlo praticamente come si fa con le oche da ingrasso. Lo cambio, lo rivesto e riusciamo, correndo verso la banca dove mi attende il nostro giovane impiegato libanese che ci ama molto e che oggi è davvero in vena di conversazione ma io no. Gli strappo di mano il papiro di Iduzzo, accampando la solita scusa della madre indaffarata, e correndo, torno a casa, scendo in garage e prendo la macchina. Arrivo a casa di Phenomenal che, dalla finestra, mi fa cenno di entrare. E allora parcheggia, prendi Tommaso, entra nella sua gigantesca mansion e aspetta che lei termini una telefonata. Poi, nella sua bellissima cucina dove avrei voluto sdraiarmi per terra e dormire per sempre, mi allunga i documenti da firmare ma mi accorgo che non sono quelli giusti. Ah, s...it, si fa sfuggire Phenomenal, Anna, I am so sorry but my assistant ... Ok, nevermind, ma adesso devo correre a prendere matteo quindi please stampameli di nuovo e passo dal tuo ufficio a firmarli che tanto è qui vicino ... Ah, actually I have two offices. They are in the other one. Ok, devo proprio andare, mandami un sms con l'indirizzo e poi passo però non intendo scendere dalla macchina, quindi please mandami l'assistente fuori. Yeah, sure, no problem. Sorry, bla bla bla.
Arrivo all'asilo di Matteo. La direttrice me lo riconsegna con il consueto : Matteo had another lovely day ! Perfetto. La sua mamma, invece, is having a hellish morning. Gratto via mio figlio dall'asilo dove vorrebbe passare giorno e notte, urlandogli in italiano fra lo sguardo allibito di qualche Westmount mother sempre così bionda e ben pettinata.
Carico entrambi i nani in macchina, dove, dopo alcune rimostranze, schiattano addormentati e mi dirigo verso l'ufficio di Phenomenal che è ovviamente dall'altro lato della città, dandomi nuovamente dell'idiota per essere sempre troppo accondiscendente. Firmo quello che c'è da firmare e, poi, finalmente a casa dove, se potessi, m'infilerei il pigiama e andrei a dormire.
Del resto oggi è giovedì, il giorno del lamento.
Metti sul seggiolino Matteo, poi Tommaso, piega il passeggino e mettilo, con le borse, nel baule. Poi mi siedo anch'io, accendo il motore, Matteo ha sete, cacchio la bottiglia dell'acqua è nel baule, allora riscendi, riapri il baule e prendi l'acqua, risali in macchina, riaccendi il motore. A Tommaso cade il suo asinello Donkey, pianto a dirotto ma ormai sono per strada e allora alzo il volume della radio per sovrastare i vagiti. Nel lettore cd, La Tartaruga di Bruno Lauzi, fra le hit preferite da Matteo, che ricomincia, in loop, almeno venti volte quando, finalmente, arriviamo all'asilo.
Prendi Tommaso, Matteo ed il lunchbox, citofona per farti aprire, poi scendi la scaletta cercando di non scivolare e poi di nuovo cacchio il codice della seconda porta, non me lo ricordo più. Ecco che arriva Beatrice, donna giunonica svizzera, mamma di due bimbi gemelli in classe con Matteo che, oggi, ha deciso di socializzare con me. Le parlo mentre cerco di cambiare le scarpe a Matteo e di dare un occhio a Tommaso che gattona per il corridoio. Sudo da morire perché fuori 2 gradi ma dentro almeno 28 ed io sono con giacca e sciarpa.
Saluto Matteo, mi congedo da Beatrice, recupero Tommaso, lo ficco in macchina e ci dirigiamo verso il supermercato vicino dove, in meno di dieci minuti, devo fare una spesa veloce perché poi, dall'altra parte della città, mi aspetta Robert, italo canadese di origini calabresi, per farmi vedere un possibile appartamento in affitto. Sembrava bello in foto ma dal vero è orrendo. Pazienza. Arrivo all'appuntamento con un quarto d'ora di anticipo, gelo, colpita in faccia da un improvviso vento antartico, e trovo così riparo in un bar dove mi scaldo con un cappuccino. Tommaso nel frattempo si è addormentato oppure è semplicemente morto assiderato.
Suona il cellulare, il "calabrese" mi chiama che è in ritardo di un paio di minuti perché non trova parcheggio. Abbozzo ma mi girano già vorticosamente le palle. Finalmente arriva, mi fa entrare nell'appartamento e va a fare pipì. Poi mi lascia lì riscusandosi che non aveva moneta per il parchimetro e che quindi va a farsi cambiare qualche dollaro per poterlo pagare. Lo aspetto perché sono cretina ma gentile. Torna con in mano un computer : se questo appartamento non piacere, io ne ho others e intanto cerca disperatamento di connettersi ad internet usando il suo cellulare come hotspot ma non ci riesce : oggi veramente no luck. Brutta figura ... No, non brutta, pessima vorrei dirgli mentre guardo l'orologio scalpitando perché, nell'ordine sarei dovuta passare in banca a ritirare un documento per Iduzzo, avrei dovuto firmare dei papiri per Phenomenal e last but not least avrei dovuto recuperare Matteo all'asilo.
Prendo coraggio e me ne vado, mandandolo anche un po' a quel paese perché, si, sono buona e tranquilla ma quando si esagera poi esplodo.
Chiudo il passeggino, metto Tommaso in macchina e torno a casa a nutrirlo praticamente come si fa con le oche da ingrasso. Lo cambio, lo rivesto e riusciamo, correndo verso la banca dove mi attende il nostro giovane impiegato libanese che ci ama molto e che oggi è davvero in vena di conversazione ma io no. Gli strappo di mano il papiro di Iduzzo, accampando la solita scusa della madre indaffarata, e correndo, torno a casa, scendo in garage e prendo la macchina. Arrivo a casa di Phenomenal che, dalla finestra, mi fa cenno di entrare. E allora parcheggia, prendi Tommaso, entra nella sua gigantesca mansion e aspetta che lei termini una telefonata. Poi, nella sua bellissima cucina dove avrei voluto sdraiarmi per terra e dormire per sempre, mi allunga i documenti da firmare ma mi accorgo che non sono quelli giusti. Ah, s...it, si fa sfuggire Phenomenal, Anna, I am so sorry but my assistant ... Ok, nevermind, ma adesso devo correre a prendere matteo quindi please stampameli di nuovo e passo dal tuo ufficio a firmarli che tanto è qui vicino ... Ah, actually I have two offices. They are in the other one. Ok, devo proprio andare, mandami un sms con l'indirizzo e poi passo però non intendo scendere dalla macchina, quindi please mandami l'assistente fuori. Yeah, sure, no problem. Sorry, bla bla bla.
Arrivo all'asilo di Matteo. La direttrice me lo riconsegna con il consueto : Matteo had another lovely day ! Perfetto. La sua mamma, invece, is having a hellish morning. Gratto via mio figlio dall'asilo dove vorrebbe passare giorno e notte, urlandogli in italiano fra lo sguardo allibito di qualche Westmount mother sempre così bionda e ben pettinata.
Carico entrambi i nani in macchina, dove, dopo alcune rimostranze, schiattano addormentati e mi dirigo verso l'ufficio di Phenomenal che è ovviamente dall'altro lato della città, dandomi nuovamente dell'idiota per essere sempre troppo accondiscendente. Firmo quello che c'è da firmare e, poi, finalmente a casa dove, se potessi, m'infilerei il pigiama e andrei a dormire.
Del resto oggi è giovedì, il giorno del lamento.
Cioè..io sarei schiattata molto molto prima....
RispondiEliminaPer consolarti prova a guardare la giornatina di Giovanna!!!Anna C.
RispondiEliminaVolevo commentare questo blog(li leggo a blogghi). Dicevo:guardati la giornatina di Giovanna e consolati! Anna C.
RispondiElimina