Miracolo al videostore


Un piccolo miracolo si è verificato, ieri, al videostore di quartiere dove andiamo sempre con il presentimento che non troveremo nulla. Non che la scelta sia limitata. Mezzo negozio è giustamente occupato dai capolavori della cinematografia asiatica, ma non sono pochi gli scaffali riservati a film occidentali.
Il problema è che anche questi hanno i titoli tradotti in cinese, percui addio ordine alfabetico. Bisogna armarsi di pazienza e scorrerli uno ad uno, individuare quello che ti potrebbe interessare e poi, sul retro del dvd, cercare, con una lente di ingrandimento, il titolo originale che, di solito, appare piccino in basso a destra.
Pertanto, la scelta di un film, sempre che lo si trovi, prende come minimo mezz'ora anche perché non ci si può avvalere  dell'aiuto dello staff del negozio, il cui inglese è pari al mio cinese.


Ieri, però, il miracolo. Mentre ci preparavamo ad andarcene a mani vuote, la tipa alla cassa, che non avevo mai visto prima, si è avvicinata, allungandomi un DVD, a suo parere, vely good.
Il titolo Loose Cannons non mi diceva molto, ma poi guardo meglio la faccia dell'attore in copertina, e mi sfugge un urletto, Riccardo Scamarcioooo, come una diciottenne che si tiene il suo poster in camera. Giuro che non ce l'ho, anzi mi sta anche un po' sulle palle, ma ieri l'ho amato. Tuttavia, cosa ci faceva Scamarcio in un videostore di Taipei ?
Ho guardato la tipa con grande riconoscenza, aspettandomi come una cretina che non solo condividesse il mio entusiasmo ma mi parlasse anche in italiano.
Restava però l'incognita del titolo. Loose cannons ? Ma che film è ? È di Fenzen Ozperberg, mi dice Iduzzo, quello che fa sempre quei film tristi che piacciono a te. Decodifico e ribatto, atteggiandomi : Ferzan Ozpetek, Iduzzo, ed è un regista turco.
Si, lui ! conferma Iduzzo. Tuttavia, non mi tornava che avesse fatto Loose cannons e, di fatto, non mi è tornato fino a sera quando finalmente sullo schermo è apparso il titolo in italiano, Mine Vaganti. Avrei potuto anche arrivarci prima, ma pazienza.


Dato il mio entusiasmo, l'angelo del videostore (la cassiera)ha preso coraggio e mi ha allungato altri titoli interessanti che noleggerò prossimamente.
In cinese le abbiamo chiesto quali sono i suoi giorni di turno ma non abbiamo capito la risposta. Ci ha allungato un pezzo di carta dove pensavo volesse scriverci la sua mail, poi ho pensato che avrei dovuto scriverle la mia oppure il numero di telefono ma ha fatto di no con la testa e, alla fine, si è ripresa il pezzo di carta. Mah.
Insomma sono sicura che non la ribeccheremo mai più ma la ringrazio comunque del pensiero, anche involontario, di ieri. È stato carino vedere un film italiano a Taipei e, in fin dei conti, nemmeno così triste.

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