Qui Ming

Approfitto di un momento di distrazione della mia badante e vi presento i miei amici di Taipei : da sinistra, Lella, Tino (tra le mie gambe), Seadia (nome assurdo, lo so, ma gliel'ha dato lo spilungone con gli occhiali) e Aperol.
Per fortuna che ci sono loro, altrimenti, qui, sarebbe dura.
Non so se vi è stato detto che, come ciliegina sulla torta, mi hanno infilato in un asilo cinese. Folli. E poi si lamentano che non parlo ancora. Ma io non parlerò mai e soprattutto con loro. Adesso ho deciso di farli impazzire : chiamo MAMMA lo spilungone con gli occhiali e ANNA la badante che s'innervosisce e mi dice sempre : guarda che io non sono una tua amica. Io sono la tua mamma ! E allora ?

Durante il giorno, mi si parla in italiano, al mattino in cinese, ma il bello è la sera quando mi si parla in italiano e in ebraico. Il fondo, poi, lo si tocca quando la badante tenta di esprimersi in ebraico ma, in realtà, non ne capisce nulla. Molto meglio lo spilungone che, almeno, l'italiano lo mastica un po' anche se mi tocca sentire degli strafalcioni del tipo : la camicia è foldata (piegata) oppure certo che oggi c'è una caldaia (per dire che fa caldo).
Ah dimenticavo che, nel mazzo, bisogna infilarci anche l'inglese con cui comunica la Puffetta e che la badante parla con i nonni di Israele.
Insomma, un gran casino ! Quindi, per il momento, vado di MAMMA e ANNA, talvolta dico BYE BYE per levarmeli di torno, e se vedum ! (mastico anche un po' di dialetto milanese).