Bollywood

Ieri mattina mi è finalmente passato il mal di testa post bagordi di sabato sera.
Anna I think you're drunk, mi ha detto Puffetta, la nostra filippina babysitter, al rientro dalla festa verso l'una e mezza. Drunk mi sembra un termine troppo forte. Brilla, piuttosto, quello si, e felice grazie a tutta una serie di calicetti di spumante e di qualche caipiroska. E, comunque, in uno stato migliore del nostro vicino di casa caucasico, Michael, che incontro spesso in ascensore tutto bello ed elegante, e che sabato sera, verso le 9, è stato letteralmente buttato fuori da un'auto blu, completamente sbronzo. Camminava a quattro zampe ed i ragazzi della reception hanno dovuto accompagnarlo al piano, altrimenti avrebbe dormito sullo zerbino.
Ci ha però riconosciuto : Ah here they are the Italian and the Israeli ... e poi un singhiozzo. Chissà da dove veniva per essersi ridotto in quello stato in prima serata !

Così mentre lui rientrava, noi uscivamo perchè  invitati alla festa di quarantesimo di un collega francese di Ido e della moglie. Ancora una volta l'evento si teneva in un minuscolo bar al secondo piano di un edificio in centro città e, ancora una volta, gli ospiti erano tutti francesi, con le solite eccezioni : noi due, e cinque o sei taiwanesi che vengono, sostanzialmente, a fotografarci. Serata safa(l)i !

Il tema della festa era Bollywood. Che buona idea ! Se c'è una cosa che non mi ha mai divertito sono proprio le feste in costume ed i travestimenti. Tuttavia con Iduzzo abbiamo pensato che, data l'età, non sarebbe stata una vera serata in maschera e che molti, come noi, sarebbero andati vestiti normalmente. Errore. Quando siamo arrivati, c'erano solo tipi con il turbante, occhialoni e signore coperte da coloratissimi sari con gibollo in mezzo agli occhi e velo sui capelli. Pare che abbiano tutti preso d'assalto un negozio che affitta costumi indiani perchè, e qui la nota bizzarra, i Bollywood parties vanno fortissimo a Taiwan, ma anche a Pechino ed a Hong Kong. Me l'ha rivelato una signora che, con una certa fierezza, mi ha anche confessato di aver vinto, insieme al marito, diversi premi per il miglior deguisement ! Chapeau ! Si è anche offerta di prestarmi qualche monile un po' vistoso per dare anche a me un tocco un po' esotico, ma le ho detto no grazie e ho buttato giù un ennesimo calicetto di champagne.

La musica, un po' indiana, un po' cinese e, alla fine, decisamente tamarra, era assordante. Per comunicare con chi ti stava di fronte, dovevi sgolarti. Ho temuto di ritrovarmi le tonsille in bocca. Una fatica pazzesca. E quindi giù altri calicetti di champagne ghiacciato per dare sollievo a gola e dintorni.
Sono stata poi avvicinata da tre tipe taiwanesi, di cui non mi ricordo il nome, ma a cui faccio riferimento come la bianca, la rosa e la verde in base al colore dei sari che si erano scelte. Quando hanno saputo che venivo da Milano, si sono molto eccitate e mi hanno fatto vedere le foto che avevano scattato, qualche mese fa, durante la settimana della moda. Praticamente trecento immagini solo di vestiti e cibo. Alla quarantesima foto di cappuccini e brioches le ho implorate di smettere prima che mi mettessi a piangere.
Nonostante fossi già alticcia, pare che abbia raccontato loro delle cose molto interessanti tanto che hanno insistito per avere il mio numero di telefono che, ovviamente, non mi ricordavo.

Verso l'una, con Iduzzo, abbiamo fatto mente locale e ci siamo ricordati di avere un figlio a casa. Abbiamo salutato e siamo scappati via. Il mio stato euforico è durato ancora una decina di minuti, prima di accasciarmi sul divano con la netta sensazione di essere in barca durante una tempesta. Gattonando, sono riuscita a raggiungere la scatola delle medicine e a prepararmi un ultimo cocktail, ma di alkaseltzer. Il giorno dopo, un mal di testa bestiale. Ero uno straccio. Purtroppo il fisico non è più quello di una volta. E in più, ora, quando si esce ci si comporta come bimbi in un luna park, perchè si possono fare cose che non si fanno più così spesso. Forse bisognerebbe solo rassegnarsi. Siamo diventati grandi e genitori. E' ora di smetterla di fare i cciovani !

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