Il modello

Sabato mattina, all'alba, tutti in macchina per portare Ming a fare le foto per la baby collezione autunno-inverno di una nota marca italiana che, di italiano, secondo me, ha conservato solo il nome.
Ming è stato, infatti, scelto da una delle tante agenzie pubblicitarie alla caccia di bambini caucasici o dagli occhi  g(l)andi per pubblicità varie. Mi sono lasciata convincere dalla cosa e ieri, alle 9 del mattino, mio figlio veniva truccato da una specie di virago/lottatrice di sumo dagli occhi a mandorla, con mini top fluorescente, jeans tagliati (di cui però indossava la parte dal ginocchio in giù, fissata sulla gamba con delle giarrettiere) e coda di coniglio appesa alla cintura. Una vera lady. Temevo che Ming si spaventasse, ma i pennelli della sala trucco erano troppo interessanti per lasciarsi distrarre dalla truccatrice cetacea.

Al secondo cambio di vestito, mi sono subito resa conto che la cosa sarebbe, presto, diventata un incubo.
A Ming dovevo infilare e sfilare degli elaboratissimi pagliaccetti di una scomodità pazzesca per non parlare di guantini e babbucce. Ma chi compra questi vestiti proprio qui che fa caldo anche a dicembre ? Chi è la madre che può odiare a tal punto il proprio figlio ?
Ad un certo punto, le art director che si agitavano intorno a Ming, si sono finalmente convinte che guantini e babbucce potevano essere solo appoggiati sul pavimento di fianco a lui. Verso la fine, ho suggerito loro di fare la stessa cosa con i vestiti e di fotografare Ming solo con il pannolino. Mi hanno guardato smarrite, poi, la più coraggiosa, che aveva elaborato, mi ha detto : So(ll)y it's not possible. Ma dai ?

Il tutto è finito, due ore dopo, con Ming addormentato come un cionco ed io, con i nervi a fior di pelle, che mi davo della cretina per aver sottoposto mio figlio ad una tortura del genere, nonostante, durante le foto, si divertisse come un matto a vedere un gruppo di idioti agitarsi intorno a lui, saltellando, soffiando bolle di sapone e agitando giocattolini vari per intrattenerlo.
Direi che la sua carriera di modello, per quanto mi riguarda, possa finire qui. Proverò con quella da calciatore e, se andasse male anche lì, vorrà dire che lo farò studiare. Ce ne faremo una ragione.

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