Il gigante e la "cretina" più il tarlucco
Non è stato un granché di settimana. Ho perso tempo, energia e sonno per arginare furbi, per gestire idioti e per inseguire tarlucchi. Insomma, per tanti versi, mi sembra di essere in Italia, cosa che, da un lato, mi fa sentire molto a casa, dall'altro mi esaspera e basta.
Perché poi, se in Italia, posso mandare tutti a quel paese con una certa libertà, qui devo stare accorta altrimenti una parola di troppo (e magari sbagliata perché, tra le altre cose, in un'altra lingua) e ti becchi un cartellino rosso. Ma io mi chiedo : e se anche ? Io me ne torno a Taipei e ciao a tutti. No, non funziona proprio così.
Tra i tanti episodi che mi hanno strappato diversi "cacchio" se non di peggio, c'è l'inseguimento dell'agente Smith, quel tarlucco di poliziotto che mi ha dato una multa di 450 dollari per non avere in mano una patente locale. Peccato che, secondo i sacri testi, io abbia sei mesi di tempo dal mio arrivo nella terra degli orsi per commutare la mia patente italiana in una internazionale o locale.
E allora io cosa faccio adesso ? Passo le mie mattine in compagnia di Marc, il nostro relocation agent, un omone che farà due metri di altezza per 150 chili di peso, a perlustrare tutti i distretti di polizia del quartiere alla ricerca dell'agente Smith, in primis, per dargli dell'idiota (magari questo no) e poi convincerlo ad annullare la contravvenzione. L'alternativa è quella di contestare la multa ma potrei essere convocata in tribunale. E sarebbe già la seconda convocazione perché ne ho già contestata un'altra. Evviva.
Lunedì e martedì mattina sono quindi andata a scovare il tarlucco in uniforme nei distretti vicino a casa, cercando, fra le altre cose, di rompere il ghiaccio con Shreck, ossia Marc, che per un paio d'ore mi ha risposto a monosillabi quasi gli stessi anche un po' sulle palle.
Poi l'ho osservato con attenzione e mi sono detta, dai buttala sul gastronomico perché questo ha l'aria di bere e di mangiare bene. E infatti, apriti Sesamo, sul vino si è scatenato e mi ha praticamente tenuto una lezione sui migliori vini americani ma anche d'oltreoceano, specificando che a lui piacciono i rossi corposi e con un buon tasso alcolico. Insomma questo trinca di brutto. Ci siamo dati del "tu" nei nostri rari scambi in francese perché anche lui, da buon chebecchese, parla la lingua di Molière come se fosse un po' alticcio e forse, nel suo caso, non è solo una sensazione.
Ma dell'agente Smith manco l'ombra. Vi risparmio le conversazioni con i suoi colleghi in uniforme, altri tarlucchi incomprensibili con cui, per fortuna, ha parlato Shreck perché, giuro, che ho meno difficoltà a capire un idraulico cinese. Poi finalmente un tipo meno idiota degli altri ha, per lo meno, acceso il computer e, attraverso il nome dell'agente ed il numero di matricola stampati sulla contravvenzione, è risalito a quello che sarebbe dovuto essere il suo distretto di appartenenza. Praticamente Pavia, rispetto a Milano. E allora cosa caspita ci faceva in Sherbrooke Avenue che è in piena downtown quando è di casa addirittura al di là del fiume ?
Poco importa, della serie "nothing can stop us now", Shreck e la sottoscritta hanno attraversato il ponte e sono andati a stanarlo dall'altra parte della città. Peccato che nel distretto indicato nessuno avesse mai visto l'agente Smith o, per lo meno, così mi ha spiegato Shreck dopo uno scambio di battute incomprensibili con una donna in uniforme che, ad un certo punto, mi ha chiesto o così mi è sembrato : Madame, parlier vus fransces ? Ho negato.
Anyway, dalla biondazza abbiamo avuto, però, il numero di telefono dell'auto del tarlucco, anche se cominciavo a nutrire seri dubbi sulla sua esistenza. Visto che mi aveva fermato il giorno di Halloween, magari si era trattato di uno scherzo. Teoria interessante che però Shreck, dopo aver ascoltato con aria molto seria, ha scartato quasi subito senza nemmeno sospettare, per un secondo, che io, invece, seria non lo fossi. Siamo tornati a parlare di vini greci (famosissimi).
L'agente Smith non ha risposto al telefono e così abbiamo lasciato un messaggio. A questo punto sono tornata a casa. Con lui ci ha parlato poi Shreck. Il problema pare fosse che io non girassi con una traduzione della mia patente e che lui non potesse verificare la validità del mio documento in italiano. A prescindere dal fatto che la mia patente, e parlo di quella moderna e non di quella rosa dove la foto di mia mamma è ancora quella dei diciotto anni, è veramente a prova di tarlucchi (il mio nome, cognome ed una "x" in corrispondenza della categoria di veicolo che posso condurre), ma allora un turista che noleggiasse un'auto a Montreal cosa fa ? Si deve cercare un traduttore prima di mettersi in viaggio ? Risposta : no, un turista non è tenuto ma una "new comer", o immigrante, si. E allora l'idiota sono io che invece di dire che ero in città per qualche giorno, ho confessato che ci ero venuta a vivere da un mese. Sarà ma lui rimane un tarlucco e le leggi in materia completamente illogiche. A questo punto non mi rimane che chiamare la Cancellieri ... :-)
Perché poi, se in Italia, posso mandare tutti a quel paese con una certa libertà, qui devo stare accorta altrimenti una parola di troppo (e magari sbagliata perché, tra le altre cose, in un'altra lingua) e ti becchi un cartellino rosso. Ma io mi chiedo : e se anche ? Io me ne torno a Taipei e ciao a tutti. No, non funziona proprio così.
Tra i tanti episodi che mi hanno strappato diversi "cacchio" se non di peggio, c'è l'inseguimento dell'agente Smith, quel tarlucco di poliziotto che mi ha dato una multa di 450 dollari per non avere in mano una patente locale. Peccato che, secondo i sacri testi, io abbia sei mesi di tempo dal mio arrivo nella terra degli orsi per commutare la mia patente italiana in una internazionale o locale.
E allora io cosa faccio adesso ? Passo le mie mattine in compagnia di Marc, il nostro relocation agent, un omone che farà due metri di altezza per 150 chili di peso, a perlustrare tutti i distretti di polizia del quartiere alla ricerca dell'agente Smith, in primis, per dargli dell'idiota (magari questo no) e poi convincerlo ad annullare la contravvenzione. L'alternativa è quella di contestare la multa ma potrei essere convocata in tribunale. E sarebbe già la seconda convocazione perché ne ho già contestata un'altra. Evviva.
Lunedì e martedì mattina sono quindi andata a scovare il tarlucco in uniforme nei distretti vicino a casa, cercando, fra le altre cose, di rompere il ghiaccio con Shreck, ossia Marc, che per un paio d'ore mi ha risposto a monosillabi quasi gli stessi anche un po' sulle palle.
Poi l'ho osservato con attenzione e mi sono detta, dai buttala sul gastronomico perché questo ha l'aria di bere e di mangiare bene. E infatti, apriti Sesamo, sul vino si è scatenato e mi ha praticamente tenuto una lezione sui migliori vini americani ma anche d'oltreoceano, specificando che a lui piacciono i rossi corposi e con un buon tasso alcolico. Insomma questo trinca di brutto. Ci siamo dati del "tu" nei nostri rari scambi in francese perché anche lui, da buon chebecchese, parla la lingua di Molière come se fosse un po' alticcio e forse, nel suo caso, non è solo una sensazione.
Ma dell'agente Smith manco l'ombra. Vi risparmio le conversazioni con i suoi colleghi in uniforme, altri tarlucchi incomprensibili con cui, per fortuna, ha parlato Shreck perché, giuro, che ho meno difficoltà a capire un idraulico cinese. Poi finalmente un tipo meno idiota degli altri ha, per lo meno, acceso il computer e, attraverso il nome dell'agente ed il numero di matricola stampati sulla contravvenzione, è risalito a quello che sarebbe dovuto essere il suo distretto di appartenenza. Praticamente Pavia, rispetto a Milano. E allora cosa caspita ci faceva in Sherbrooke Avenue che è in piena downtown quando è di casa addirittura al di là del fiume ?
Poco importa, della serie "nothing can stop us now", Shreck e la sottoscritta hanno attraversato il ponte e sono andati a stanarlo dall'altra parte della città. Peccato che nel distretto indicato nessuno avesse mai visto l'agente Smith o, per lo meno, così mi ha spiegato Shreck dopo uno scambio di battute incomprensibili con una donna in uniforme che, ad un certo punto, mi ha chiesto o così mi è sembrato : Madame, parlier vus fransces ? Ho negato.
Anyway, dalla biondazza abbiamo avuto, però, il numero di telefono dell'auto del tarlucco, anche se cominciavo a nutrire seri dubbi sulla sua esistenza. Visto che mi aveva fermato il giorno di Halloween, magari si era trattato di uno scherzo. Teoria interessante che però Shreck, dopo aver ascoltato con aria molto seria, ha scartato quasi subito senza nemmeno sospettare, per un secondo, che io, invece, seria non lo fossi. Siamo tornati a parlare di vini greci (famosissimi).
L'agente Smith non ha risposto al telefono e così abbiamo lasciato un messaggio. A questo punto sono tornata a casa. Con lui ci ha parlato poi Shreck. Il problema pare fosse che io non girassi con una traduzione della mia patente e che lui non potesse verificare la validità del mio documento in italiano. A prescindere dal fatto che la mia patente, e parlo di quella moderna e non di quella rosa dove la foto di mia mamma è ancora quella dei diciotto anni, è veramente a prova di tarlucchi (il mio nome, cognome ed una "x" in corrispondenza della categoria di veicolo che posso condurre), ma allora un turista che noleggiasse un'auto a Montreal cosa fa ? Si deve cercare un traduttore prima di mettersi in viaggio ? Risposta : no, un turista non è tenuto ma una "new comer", o immigrante, si. E allora l'idiota sono io che invece di dire che ero in città per qualche giorno, ho confessato che ci ero venuta a vivere da un mese. Sarà ma lui rimane un tarlucco e le leggi in materia completamente illogiche. A questo punto non mi rimane che chiamare la Cancellieri ... :-)
Se vuoi ti do il numero, ma in questi giorni è un po'...impegnata! Però non mollare. Anna C.
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