Prove di colore
Ieri pomeriggio sono andata a scegliere il colore del mio nuovo premolare, come da indicazioni di Polly, il nostro angelo custode, che per sopperire ai quotidiani problemi di comunicazione con il nostro prossimo, si occupa di gestire anche parentesi più intime e delicate della nostra vita.
E infatti, martedì, mi ha comunicato tramite whazzup che : Ciao Anna, your dentist told me that on Thursday u have to go to the lab to choose the color of artificial tooth. Ok. Where is it more or less ? Less ! Yes, but less where ? It's near the Sun Yat Sen memorial. Perfetto, non lontano da casa. But it's a privacy place so the environment is not good. Please don't mind. No problem.
Con queste informazioni ed un pezzettino di carta con l'indirizzo scritto in cinese, ieri alle tre, il taxista mi ha lasciato in una stradina dal nome sconosciuto davanti ad una palazzina anonima e un po' fané come tante altre qui in città.
Al pian terreno c'era una specie di lavanderia che, con qualche dubbio, ho escluso potesse essere anche un laboratorio per protesi dentarie. E allora, entrata nell'attiguo portoncino di metallo, sono salita al secondo piano dove, oltre ai muri scrostati e ad una finestrella che dava sulla strada, c'era una porticina con un campanello montato all'incontrario.
Nessun cartello, nessun nome che potessi confrontare con quello scritto sul mio pezzettino di carta.
Ho suonato e mi ha aperto un ragazzone che mi ha guardato come se non vedesse un essere umano da anni.
Mentre mi studiava con stupore, ho sbirciato e, sparse su spartane scrivanie di legno, fra bottiglie di bibite colorate e cartoncini unti del take-away, c'erano un mucchio di dentiere colorate. Ero nel posto giusto.
Da uno stanzino è uscito Jessie, un omino scheletrico in jeans e scarpe da tennis che mi ha invitato a seguirlo nel suo bugigattolo. Lì, al computer, mi ha mostrato questo software sofisticatissimo che, in base alla tonalità del colore dei miei denti esistenti, avrebbe determinato quella del nuovo premolare. Ero sorpresa, ma soprattutto rassicurata da tanta tecnologia, visto che, dato il posto, temevo che le protesi le facessero con il pongo.
Ho cercato di spiegargli che, per quanto mi riguardava, sarei rimasta su dei colori neutri, evitando magari delle tonalità più forti come la gamma dei rossi e dei verdi, e che, per il resto, aveva tutta la mia fiducia o quasi.
Mi ha spiegato che ci teneva a fare un lavoro perfetto perchè
Dr. Lee, che è il mio dentista, si è molto raccomandato : Anna is a vely impoltant case for me. Che dire ? Si sarà affezionato oppure, il mio, è stato il primo impianto della sua carriera. Confido nella prima ipotesi. Finora, è stato comunque il dentista migliore da cui sia stata in vita mia.
Commenti
Posta un commento