Nota serale
Single, stanca, influenzata, ma soprattutto strastufa di questo cielo sempre grigio, ho avuto la brillante idea di invitare, domani sera a cena, tre amiche taiwanesi. Ma perche ?
Proprio io che mi muovo in cucina come un elefante in una cristalleria. Goffa, insomma.
Mi ero illusa di farmi preparare qualche piatto da un ristorante italiano che conosco ma che, alla fine, non sono riuscita a contattare. E quindi, brain storming pomeridiano per farmi venire in mente dei piatti alla mia portata. Un uovo al burro ?
Tra l'altro, tutti hanno, qui, quest'idea romantica, ma completamente outdated, della donna italiana che prepara la pasta fresca ogni giorno. Sono sicura che le mie amiche mi immaginano intenta a farcire dei ravioli freschi, piuttosto che a scrivere il blogghetto, smangiucchiando un delizioso cheesecake surgelato.
Pazienza. Mangeranno le mie melanzane alla griglia e, poi, come si dice adesso, mi toglieranno l'amicizia. Sarebbe più corretto che lo facessero, dopo aver ricambiato l'invito, in modo tale che possa valutare anch'io le loro capacità culinarie. E' vero, però, che da un'italiana ci si aspetta di più. Ma io sono un'italiana atipica : non sono prosperosa, non mi piace la mozzarella sulla pizza e preferisco il tè al caffè. Se sono in esilio a Taiwan, una ragione ci sarà.
E poi basta con questi vecchi stereotipi. Il mondo è cambiato.
A Parigi, per esempio, se oggi, in una farmacia, entra uno spilungone con gli occhiali chiedendo : Je cherche c'est boutteille petit pour la nase des enfants avec de l'eaux et sale (ossia delle fiale di soluzione fisiologica per bambini) et je cherche aussi alcool pour le nettoyage delle pelle, non lo guardano più con aria di sufficienza per poi abbozzare un : Desolé. Je ne comprends pas.
No, oggi, annuiscono e gli portano esattamente quello che ha chiesto. O almeno così mi ha scritto un Iduzzo estremamente orgoglioso del suo francese (?). Del resto, sono le conseguenze del cinese. Facciamo una tale fatica ad impararlo che quando siamo in Europa qualunque lingua ci sembra super accessibile. L'italiano, soprattutto. Vado a finire il mio cheesecake.
Proprio io che mi muovo in cucina come un elefante in una cristalleria. Goffa, insomma.
Mi ero illusa di farmi preparare qualche piatto da un ristorante italiano che conosco ma che, alla fine, non sono riuscita a contattare. E quindi, brain storming pomeridiano per farmi venire in mente dei piatti alla mia portata. Un uovo al burro ?
Tra l'altro, tutti hanno, qui, quest'idea romantica, ma completamente outdated, della donna italiana che prepara la pasta fresca ogni giorno. Sono sicura che le mie amiche mi immaginano intenta a farcire dei ravioli freschi, piuttosto che a scrivere il blogghetto, smangiucchiando un delizioso cheesecake surgelato.
Pazienza. Mangeranno le mie melanzane alla griglia e, poi, come si dice adesso, mi toglieranno l'amicizia. Sarebbe più corretto che lo facessero, dopo aver ricambiato l'invito, in modo tale che possa valutare anch'io le loro capacità culinarie. E' vero, però, che da un'italiana ci si aspetta di più. Ma io sono un'italiana atipica : non sono prosperosa, non mi piace la mozzarella sulla pizza e preferisco il tè al caffè. Se sono in esilio a Taiwan, una ragione ci sarà.
E poi basta con questi vecchi stereotipi. Il mondo è cambiato.
A Parigi, per esempio, se oggi, in una farmacia, entra uno spilungone con gli occhiali chiedendo : Je cherche c'est boutteille petit pour la nase des enfants avec de l'eaux et sale (ossia delle fiale di soluzione fisiologica per bambini) et je cherche aussi alcool pour le nettoyage delle pelle, non lo guardano più con aria di sufficienza per poi abbozzare un : Desolé. Je ne comprends pas.
No, oggi, annuiscono e gli portano esattamente quello che ha chiesto. O almeno così mi ha scritto un Iduzzo estremamente orgoglioso del suo francese (?). Del resto, sono le conseguenze del cinese. Facciamo una tale fatica ad impararlo che quando siamo in Europa qualunque lingua ci sembra super accessibile. L'italiano, soprattutto. Vado a finire il mio cheesecake.
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