Natale e infradito



A quanto pare è Natale anche qui. Alberi dappertutto, pacchiani, superpacchiani, pacchianissimi. Nei negozi, le commesse sfoggiano simpatici copricapo rossi e credo siano abbastanza frastornate da Jingle bells, diffuso in loop ovunque. Lo sono io, dopo un quarto d'ora.

L'atmosfera c'è, anche troppo, ma qui, quando copiano, strafanno. Il problema è il tempo. Comprare i regali con le infradito fa, effettivamente, un po' effetto.
Ho sempre arricciato il naso quando vedevo, in tv, le immagini del Natale a Los Angeles oppure, anche peggio, in Australia dove le stagioni sono invertite. Ah, io proprio non lo potrei sopportare un Natale al caldo. Per me il Natale è freddo, neve, nebbia. Mi scoccia persino quando il 25 dicembre c'è il sole. Ecco, giustamente punita per tanta idiozia. E nemmeno a Los Angeles, ma a Taipei.

Ieri mattina c'era un cielo blu cobalto e 28 gradi, nel pomeriggio 22 e pioveva. Se fossi una metereopatica, mi sarei già suicidata. Non lo sono, ma ho fatto comunque il cambio degli armadi. E si, perchè su iniziativa di Iduzzo (che, tra l'altro, ho introdotto io al concetto di cambio di stagione), domenica abbiamo tirato fuori pantaloni di flanella e maglioni pesanti e riposto, nelle scatole verdi a righe, magliette e shorts. 
Sono bastati 18 gradi e un po' di vento a convincerci che, in fondo, l'inverno fosse arrivato anche qui.
E così ieri sono uscita con collant e lupetto, rischiando non solo lo shock termico, ma anche la camicia di forza (magari a maniche corte, però).

Domenica, abbiamo fatto anche l'albero che, ormai, ci segue da quel di Ginevra. Fiocchetti rossi e lucine, in attesa di vedere la reazione di Ming che, però, ha mostrato maggior interesse per la pianta di limoni. Sarà il suo lato israeliano. Presto faremo il test hanukkah per scoprire se, effettivamente, ha già sviluppato una propensione per il background paterno. E se si, correremo ovviamente ai ripari ...
In realtà, l'albero non è stato montato con fini molto spirituali, quanto piuttosto come parte del training per la grande prova che attende Ming a Milano : non toccare l'albero per eccellenza, quello della nonna, con palle di vetro e candele. Se supererà questo test, io credo proprio che mi nominerò madre dell'anno e mi regalerò un week-end per una SOLA persona, anche a Sesto San Giovanni.

Scherzi a parte, è ora che mi organizzi per la partenza. I virus hanno ritardato la mia tabella di marcia. Devo concentrarmi, soprattutto, per un bagaglio intelligente. Le infradito, le porto o no ?



Commenti

  1. Ciao Anna, domani rientro dalla Giordania: j'en ai marre! non so se mi rivedranno, ma veramente ne ho fin sopra i capelli, anche se sono pochi! Quando prevedete il rientro? starete fermi a MI oppure andate di nuovo girovagando per aeroporti? Continua a scrivere che è divertente. Qui c'è una persona che è stata a lungo in Taiwan e mi ha detto che il modo di trattare le cose, parlando in continuazione sullo stesso argomento prima di decidere o scegliere qualcoa è normale. Si ripetono le stesse cose in continuazione, tipo il vecchio Walter Chiari ma all'infinito. Ciao, saluti a tutti voi Ora tocca rivedere finalmente Tom che pare ipercresciuto (occhio di nonna.....?)
    G

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