Lezione di cinese


Questa mattina alle ore 10.00 è arrivata Ella, la mia insegnante di mandarino cinese. Una tipa dal viso simpatico, i capelli a caschetto neri e lisci (sai che novità) e un buon inglese. Ci siamo sedute in soggiorno e per prima cosa lei ha ruttato, ma è normale qui a Taipei. Si rutta ma non si sputa come in Cina, il che è un bel vantaggio. Poi ha aperto il libro a pagina 1 e abbiamo iniziato.

Pensavo che il cinese fosse una lingua difficile, dopo cinque minuti con Ella ne ho avuto la certezza. Sono tutte paroline di massimo tre lettere che, a seconda, dell'accento, possono significare cose completamente diverse. Ogni parolina è rappresentata da un simbolo "semplicissimo" la cui grafia ha un determinato significato. Per esempio la parola GENTE è rappresentata da un simbolo che dovrebbe ricordare un uomo che cammina...
L'importante è non perdersi d'animo. Basta rivedere i propri obiettivi. Oggi ho capito che solo fra tre anni sarò finalmente in grado di costruire una frase di senso compiuto. Pas mal.

Ho imparato (quasi) i numeri da 1 a 10, a presentarmi (IO SONO ANNA) e a dire ENTRATA e USCITA (termini utilissimi quando persa in un supermercato o in un grande magazzino). Quindi la base c'è. Nelle prossime lezioni ci dedicheremo alle finezze... Per ora Ella verrà da me il mercoledi e il venerdi mattina.

Alla lezione ha partecipato, in parte, anche Matteo che si è divertito come un matto. In effetti, i suoni che emettevamo Ella ed io assomigliavano in maniera impressionante ai suoi gorgheggi quotidiani.
Sono sempre più convinta che la prima parola che Matteo dirà sarà in cinese. O forse l'ha già detta ma io non l'ho capita.

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