L'approdo

Oggi sono passati sette giorni dal nostro arrivo a Taipei. E va meglio. Sono stati sette giorni intensi spesi prevalentemente a riempire il frigo di cose più o meno conosciute ( molto meno che più), a trovare pappe alternative per Matteo e ad acquistare qualche aggeggio per la casa in attesa che arrivi la barca con i nostri mobili.


Il viaggio è stato lunghetto (sedici ore), ci siamo mangiati una notte (qui siamo a +7 rispetto a Milano) ma le hostess di Cathay si sono prodigate ad intrattenere Matteo, coccolarlo percui lui ha superato la cosa alla grande. Quando siamo atterrati io ero uno straccio, lui si agitava sul passeggino sorridendo a tutti.


La differenza di fuso è stata quasi subito assimilata da tutti tranne che da me. La prima notte mi sono svegliata alle 3 ora locale convinta che fossero le 7 del mattino. Avevo dato una rapida occhiata all'orologio del cellulare italiano che indicava, si, le 7 ma della sera. In piedi e di ottimo umore mi sono preparata la colazione con una bella tazza di caffè e mi sono solo chiesta come mai a Taipei fosse ancora buio. Ma non eravamo a est ? Ho quindi svegliato Iduzzo per proporgli il mio quesito. Non ha reagito benissimo. "Sono le 3 di notte per questo è buio !" e si è girato dall'altra parte. Ho versato il caffè rimasto nel lavandino e sono andata a cercare una pastiglia di sonnifero. All'alba mancavano ancora 4 ore.

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