I primi passi
I primi due giorni li abbiamo trascorsi in alcuni centri commerciali (wow) che mi hanno stordito per l'estensione, l'offerta e la dimensione delle confezioni. Cose del genere le avevo viste solo negli States e, data la stazza dell'americano medio, la cosa non mi aveva stupito più di tanto. Ma qui sono tutti cosi minuti. Peseranno a malapena 60 kg e, salvo eccezioni, non mi sembrano superare il metro e settanta. Come fanno solo a sollevare certe confezioni e a caricarle in macchina ?
Il nostro grande problema, qui, è capire che cosa stiamo per acquistare perchè le etichette dei prodotti sono essenzialmente scritte in cinese. Si riconoscono solo le cifre che però non sappiamo se si riferiscano al peso, al prezzo o alla data di scadenza. E allora chiediamo senza per altro un gran successo visto che l'inglese non lo parlano in molti.
Chi lo parla, ci risponde con una specie di anglocinese, dove le r diventano ovviamente l, che rende la comprensione ardua ma possibile.
Sono tutti comunque sempre molto gentili e disponibili. Anche chi sa di non poterti aiutare in inglese ci prova lo stesso in cinese, convinto che prima o poi lo capiremo. E se proprio non funziona, rimane il traduttore automatico del cellulare.
E cosi ha fatto Norman, un ragazzo adocchiato nel settore "Baby Food" che ci ha dato una mano a scegliere il cereale alternativo per le pappe di Matteo. Lui non ha figli ma si nutre di pappe per bimbi perchè le trova buone... "Ci fidiamo ?" ci siamo chiesti Iduzzo ed io lanciandoci un'occhiata di intesa. "Fidiamoci".
Poi, quasi a rassicurarci, Norman ci ha spiegato che sua sorella, che ha dei bimbi, gli aveva consigliato proprio quella marca di cereali. E prima di congedarci ci ha chiesto l'amicizia su facebook, come già hanno fatto diversi sconosciuti qui a Taipei. Un'italiana e un israeliano, una rarità qui in città.
Effettivamente di caucasici se ne vedono pochi. E non mi è mai successo di essere in un posto dove, in sette giorni, non ho ancora incrociato un concittadino. Un buon segno ?
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