I "derma" trip

Se non all'asilo sono in ospedale dove presto inaugureranno una nuova ala a mio nome. Un vero catorcio. Comunque, mercoledì scorso, è stata la volta del dermatologo per un piccolo neo da rimuovere. Cosa che mi è già successa in Italia ma con dinamiche ben diverse.

A Milano, sono sempre andata dalla guru dei nei che, grazie a me, è riuscita a comprarsi l'attico di tre piani in zona parco Sempione e forse anche la villa a Cortina. Insomma brava ma cara. 
Ovviamente lei non opera in ospedale ma in una clinica privata dove, per un intervento di dieci minuti, è prevista una coreografia che ti porta via mezza giornata.
Bisogna arrivare prestissimo e digiuni, poi si è accompagnati in uno spogliatoio dove un vecchio infermiere bavoso ti ordina di spogliarti completamente e di metterti una tutina blu più copriscarpe in tinta e cuffia. 
Ti viene quindi a prendere con una barella per portarti in sala operatoria dove appare lei, impeccabile, ma vestita come se si trattasse di un'operazione a cuore aperto. Le fanno compagnia l'anestesista ed un paio di infermiere. Insomma fanno del loro meglio per non metterti in ansia.
Quando finisce l'intervento, ti lasciano barellata a smaltire l'anestesia, prima di rivestirti e saldare il tutto.
Fuori intanto è sera.

Al Taiwan Adventist Hospital che è, dunque, un po' la mia seconda casa, funziona invece così.
Intervento previsto alle dieci del mattino.
Mi preparo mentalmente al digiuno ma, per conferma, chiedo ad Amy, la capa infermiera del PCC, Priority Care Center (per quelli che vanno di fretta) > No, no need. It's a local anesthesia. You can have your breakfast.
Perfetto. Sazia, mi presento quindi all'ora indicata, pronta per andare nel reparto di chirurgia intensiva. Manco per sogno. Torno nel mini ambulatorio dove ero stata visitata in precedenza.
Il dermatologo mi saluta e mi invita a sdraiarmi sul lettino, mentre prepara taglierina e siringa con anestetico. 
Prima di procedere, però, stende un piccolo lenzuolino di stoffa verde, con un buchino in corrispondenza della zona da operare, pregandomi di non toccarlo perché sterile. Beh, almeno questo mi dico mentre mi dibatto fra un sentimento di ammirazione per questo approccio così sportivo ed il timore che lo sia anche troppo. 
Dopo cinque minuti di taglia e cuci, sono di nuovo in piedi, mi viene spiegato come fare la medicazione da sola due volte al giorno(la guru non te lo permette e devi tornare tre volte da lei che, con un semplice cambio di cerotto, si paga così il resort esclusivo a Montecarlo per il fine settimana) e, unica analogia con Milano, saldo il conto che forse permetterà al mio dermatologo sprint un weekend in uno spartano bed & breakfast fuori Taipei.
Passata una settimana, sono ancora viva ed il taglietto che mi medico quotidianamente è veramente discreto.
Dopo i "Parto" trip quindi, anche i "Derma" trip a Taipei. In fondo, anche con il costo del volo incluso, il risparmio è garantito.

Mentre vi scrivo, lacrimo dall'occhio sinistro dove ieri, mentre facevo finta di fare jogging, mi è entrato qualcosa che non vuole uscire. Domani, quindi, si va di oculista. Mi mancava.
Il cantiere per la nuova ala del Taiwan Adventist Hospital aprirà a breve.

Commenti

  1. Quando torni a Milano, chiamami, che ti do io l'indirizzo. del mio chirurgo plastico che in un quarto d'ora mi ha fatto un bel lavoretto analogo sul naso ,senza svenarmi! Oltrettutto è un gran bell'uomo. Mia figlia lo appreazza molto!Buona convalescenza! (con quel po pò d'intervento...)Bacioni Anna C

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