On the road
Se Munch avesse dipinto, oggi, il suo famoso L'urlo, probabilmente si sarebbe trovato in auto su uno dei tanti ponti o svincoli stradali da brivido di questa città.
L'espressione che avevo io in faccia ieri sera, mentre sotto la pioggia battente, attraversavo tutta Montreal per andare a Laval ad assistere allo spettacolo di teatro di una mia amica, non era molto diversa da quella che, apparentemente, ritrae il pittore in un momento di grande smarrimento esistenziale. O forse, come ho sempre pensato io, aveva semplicemente dimenticato le chiavi di casa.
La prima persona che sentirò lamentarsi dello stato delle strade in Italia, o solo a Milano, sarà invitata a recarsi da noi per un giro in strade costruite a cavallo fra gli anni sessanta e settanta con il pongo. Fanno davvero schifo e sono pericolose.
Per fortuna l'articolo di oggi sulla Montreal Gazette (http://shar.es/V0kIm) che elenca i tratti più disastrati ed auspica, a breve, un'intensa opera di rifacimento dell'intera infrastruttura stradale, non l'ho letto ieri. Altrimenti io, a Laval, un po' la nostra Sesto San Giovanni, non ci sarei mai andata.
Se ripenso alla ragnatela di sovrappassi, bretelle e ponti di Taipei che a volte sembrano passare per il soggiorno delle abitazioni che fiancheggiano, mai ho avuto un'analoga sensazione d'insicurezza come qui a Montreal.
Nelle mani della signorina del gps che ho pregato non avesse un malore prima che arrivassi a destinazione, sia all'andata che al ritorno, ho spento radio, cd ed ogni altra fonte di potenziale disturbo, per concentrarmi sulla strada, evitare le buche e cercare di centrare un'ipotetica corsia contrassegnata, all'epoca dei Beatles, con il bianchetto.
Illuminazione inesistente e, dato il tempo, non potendo nemmeno far conto sulla luna o sulle stelle, ho scelto sempre una vettura a cui accodarmi, cercando, però, di non imbambolarmi e di seguirla a prescindere, ritrovandomi chissà dove.
Quindi, orecchie sempre tese ad ascoltare la signorina del gps a cui va tutta la mia riconoscenza. Senza di lei, sarei probabilmente ad Ottawa.
Sono rientrata a casa tesa come una corda di violino, smadonnante e stanca. All'ingenuo e cordiale "did you have fun?" (peraltro rivolto allo spettacolo) di Iduzzo", ho tirato diritto verso la cucina dove ho preso un bicchiere e me lo sono riempita di vino rosso. Una volta buttato giù, insieme ad un panino colesterolico, sono tornata in soggiorno ed ho risposto alla domanda : "Lo spettacolo molto carino, le strade fanno schifo. Notte"
A questo punto un appello. Mi piace il teatro e apprezzo che questa città investa tanto in un intenso calendario di attività e manifestazioni culturali. Magari è giunto, però, il momento di tagliare qualche festival e di spendere più in cemento armato, quello vero. Altrimenti ci sarà comunque il rischio di avere sale di cinema, mostre e teatri vuote. Si, perché schiatteremo tutti per strada prima di arrivarci.
.... vero che non ripeterai l'esperimento? Promettilo!
RispondiEliminaAvere le strade ghiacciate per tanta parte dell'anno non aiuta! Coraggio, vedrai che ti abitueri anche a questo. A quel punto sarà ora di andare da un'latra parte.
RispondiEliminaC.
un'laltra parte= un'altra parte. Chiedo venia
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