Vicini
Si, non scrivo da qualche giorno, ma inter nos non è che succeda un granché.
Da segnalare, forse, un intensificarsi dei rapporti di vicinato fino ad ora praticamente inesistenti. Diciamo che qui se ti accorgi che ti manca il latte, non ti passa nemmeno per l'anticamera del cervello di andare a bussare ai vicini. Te lo vai a comprare e basta.
Tuttavia, negli ultimi giorni, sembra che qualcosa sia cambiato.
Partiamo dalla visita inaspettata della nostra vicina di casa, nonché proprietaria dell'appartamento in cui viviamo.
Milionaria, la signora si accompagna ad un marito che sembra uscito da un campo di patate e ad un figlio che ha l'aria un po' sfigata.
Nel corso di questi ultimi due anni e mezzo, abbiamo avuto la netta sensazione che, a parte il benvenuto iniziale post firma del contratto d'affitto, non volessero avere nulla a che spartire con noi. Sarà che ci chiudevano spesso le porte dell'ascensore in faccia o approfittavano dell'oscurità del garage per far finta di non vederci anche se le nostre auto sono parcheggiate l'una di fianco all'altra.
Ma forse abbiamo, ancora una volta, scambiato per maleducazione della mera timidezza. O forse la signora non ha preso bene la mia richiesta di portare via i suoi cuscini di pelo d'orso ed un divano super design ma gigantesco che tre omoni hanno dovuto smontare pezzo per pezzo in tre giorni.
Fatto sta che settimana scorsa, rientrata a casa, ho trovato un pacchetto per Tommaso. Visto che l'ultima volta eravamo stati omaggiati di una scatola di biscotti comprati ventanni prima per ricambiare una confezione di cosmetici, pensiero di Iduzzo alla sciura per pura paraculaggine, mi sono avvicinata al pacco con la stessa circospezione di un artificiere vicino ad un ordigno inesploso.
Con mia grande sorpresa scopro però che si tratta niente di meno che di un delizioso animale peloso della Steiff. Di un asino, per la precisione ma non me la sono sentita di fare delle speculazioni sulla scelta di questo fra tanti animali.
Ancora incredula, attraverso dunque il pianerottolo per esprimerle la mia riconoscenza. Suono e mi apre il figlio madido di sudore, con gli occhi rossi ed il respiro affannato : Hi my mom is not here now. She'll be back soon.
Ok, ripasso più tardi. Tu torna pure a farti le canne o qualunque altra cosa che non oso nemmeno immaginare.
Una volta rientrata la sciura, la invito a casa a conoscere Tommaso che, tra l'altro, aveva già incrociato in carrozzina ma quando faceva ancora finta di non vedermi. Forse pensava che giocassi alle bambole e non si era scomposta più di tanto.
Nevermind. Con Tommaso in braccio, che grazie a Dio non si scompone nelle mani di sconosciuti, non ho potuto evitare di chiederle: so what about your grandchildren ? Si è accasciata sul mio divano (decisamente piu comodo di quello che si è portata via) e mi ha detto : I dont know what is his ploblem. He's foltyfli (ed io thirty three ?) no foltyfli (ok thirty three) no foltyfli (poi è intervenuta Aime > Anna, four three 4,3)and no gilfliend, nothing ... pausa ... maybe he's gay ??!!
E cosi da che non ci salutavamo in ascensore, adesso conversiamo persino sulle tendenze sessuali del figlio. A questo punto mi sento autorizzata a suonarle per del latte.
E se lei non ci fosse, posso sempre scendere al quarto piano dalla coppia con gemelli che vive in un appartamento arredato da un'impresa di pompe funebri. La camera dei bimbi con tappezzeria nera, visibile dalla finestra della mia camera da letto, mi fa sempre venire la pelle d'oca.
Anyway, lei, la mamma che avrà la mia età, è se non altro, molto gentile. Ieri mi ha addirittura raggiunto al semaforo per salutarmi, dietro ad un paio di enormi occhiali da sole di Gucci e riparata dal sole, che non c'era, da un cappellino di paglia blu. Ovviamente io non l'ho riconosciuta subito e ho tergiversato a lungo mentre, nella mia testa, giocavo ad una specie di Indovina Chi mentale. Scartata subito l'opzione "una mamma dell'asilo" perché non mi avrebbe mai salutato, ho eliminato anche quella "collega di Iduzzo" per l'orario che non collimava con quello d'ufficio e per essere alla guida di un elegantissimo passeggino Stokke con dentro una mocciosetta sui due anni. Mi rimaneva quindi la categoria "vicini di casa" e infatti, dopo mezzora : Hi good to see you. Where is the other baby ? pregando di averci preso.
Abbiamo, così, fatto un pezzo di strada insieme fino allo shopping mall del 101. Poi lei è entrata da Hermes ed io da Zara.
Va beh ma del latte in frigo lo avrà lo stesso.
Da segnalare, forse, un intensificarsi dei rapporti di vicinato fino ad ora praticamente inesistenti. Diciamo che qui se ti accorgi che ti manca il latte, non ti passa nemmeno per l'anticamera del cervello di andare a bussare ai vicini. Te lo vai a comprare e basta.
Tuttavia, negli ultimi giorni, sembra che qualcosa sia cambiato.
Partiamo dalla visita inaspettata della nostra vicina di casa, nonché proprietaria dell'appartamento in cui viviamo.
Milionaria, la signora si accompagna ad un marito che sembra uscito da un campo di patate e ad un figlio che ha l'aria un po' sfigata.
Nel corso di questi ultimi due anni e mezzo, abbiamo avuto la netta sensazione che, a parte il benvenuto iniziale post firma del contratto d'affitto, non volessero avere nulla a che spartire con noi. Sarà che ci chiudevano spesso le porte dell'ascensore in faccia o approfittavano dell'oscurità del garage per far finta di non vederci anche se le nostre auto sono parcheggiate l'una di fianco all'altra.
Ma forse abbiamo, ancora una volta, scambiato per maleducazione della mera timidezza. O forse la signora non ha preso bene la mia richiesta di portare via i suoi cuscini di pelo d'orso ed un divano super design ma gigantesco che tre omoni hanno dovuto smontare pezzo per pezzo in tre giorni.
Fatto sta che settimana scorsa, rientrata a casa, ho trovato un pacchetto per Tommaso. Visto che l'ultima volta eravamo stati omaggiati di una scatola di biscotti comprati ventanni prima per ricambiare una confezione di cosmetici, pensiero di Iduzzo alla sciura per pura paraculaggine, mi sono avvicinata al pacco con la stessa circospezione di un artificiere vicino ad un ordigno inesploso.
Con mia grande sorpresa scopro però che si tratta niente di meno che di un delizioso animale peloso della Steiff. Di un asino, per la precisione ma non me la sono sentita di fare delle speculazioni sulla scelta di questo fra tanti animali.
Ancora incredula, attraverso dunque il pianerottolo per esprimerle la mia riconoscenza. Suono e mi apre il figlio madido di sudore, con gli occhi rossi ed il respiro affannato : Hi my mom is not here now. She'll be back soon.
Ok, ripasso più tardi. Tu torna pure a farti le canne o qualunque altra cosa che non oso nemmeno immaginare.
Una volta rientrata la sciura, la invito a casa a conoscere Tommaso che, tra l'altro, aveva già incrociato in carrozzina ma quando faceva ancora finta di non vedermi. Forse pensava che giocassi alle bambole e non si era scomposta più di tanto.
Nevermind. Con Tommaso in braccio, che grazie a Dio non si scompone nelle mani di sconosciuti, non ho potuto evitare di chiederle: so what about your grandchildren ? Si è accasciata sul mio divano (decisamente piu comodo di quello che si è portata via) e mi ha detto : I dont know what is his ploblem. He's foltyfli (ed io thirty three ?) no foltyfli (ok thirty three) no foltyfli (poi è intervenuta Aime > Anna, four three 4,3)and no gilfliend, nothing ... pausa ... maybe he's gay ??!!
E cosi da che non ci salutavamo in ascensore, adesso conversiamo persino sulle tendenze sessuali del figlio. A questo punto mi sento autorizzata a suonarle per del latte.
E se lei non ci fosse, posso sempre scendere al quarto piano dalla coppia con gemelli che vive in un appartamento arredato da un'impresa di pompe funebri. La camera dei bimbi con tappezzeria nera, visibile dalla finestra della mia camera da letto, mi fa sempre venire la pelle d'oca.
Anyway, lei, la mamma che avrà la mia età, è se non altro, molto gentile. Ieri mi ha addirittura raggiunto al semaforo per salutarmi, dietro ad un paio di enormi occhiali da sole di Gucci e riparata dal sole, che non c'era, da un cappellino di paglia blu. Ovviamente io non l'ho riconosciuta subito e ho tergiversato a lungo mentre, nella mia testa, giocavo ad una specie di Indovina Chi mentale. Scartata subito l'opzione "una mamma dell'asilo" perché non mi avrebbe mai salutato, ho eliminato anche quella "collega di Iduzzo" per l'orario che non collimava con quello d'ufficio e per essere alla guida di un elegantissimo passeggino Stokke con dentro una mocciosetta sui due anni. Mi rimaneva quindi la categoria "vicini di casa" e infatti, dopo mezzora : Hi good to see you. Where is the other baby ? pregando di averci preso.
Abbiamo, così, fatto un pezzo di strada insieme fino allo shopping mall del 101. Poi lei è entrata da Hermes ed io da Zara.
Va beh ma del latte in frigo lo avrà lo stesso.
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