Recap

Un veloce sunto delle puntate precedenti di cui non riesco a scrivere più di così :

1. Installazione dell'allarme in casa con un sistema fantascientifico tutto wireless che puoi controllare con il telefono anche se sei dall'altra parte del mondo, dovessi esserti dimenticato d'installarlo prima di partire.  Con l'opzione "stay" è acceso anche di notte dovesse esserci un malintenzionato nei dintorni ma l'idea che suoni in piena notte mi fa più paura dell'idea di trovarmi un "intruder" in casa.
Pas de probleme mi ha detto Bruno, il rappresentate parigino che avrei abbracciato per la chiarezza del suo francese, vous avez le panic button, ossia un pulsante da tenere sul comodino e da schiacciare per fare intervenire subito la polizia. Still, non riesco proprio a dormire tranquilla come la tipa nella brochure abbracciata al suo cuscino e sorridente come se, oltre al sistema di allarme, non avesse nemmeno dei bambini che la svegliassero quindici volte per notte.
Poi mi sono detta, ma dai a Maple Lane tutti dicono che non esistono furti, che si possono lasciare le porte aperte, le chiavi nella toppa, il portafoglio sullo zerbino, rilassati.
Madame, alors, il y a aussi cette fonction supplémentaire car si le "intruder" vous bloque devant la porte et vous met un couteau a la gorge ... On la rajoute ? " " Aggiungiamo, aggiungiamo.

2. Serata con sconosciute
Era successo anche a Taipei ed è stato il mio primo impegno sociale avvenuto, però, con un certo anticipo rispetto qui a Montreal. Ero stata invitata a pranzo da una tipa che conoscevo per essere presentata ad altre quattro sue amiche. Tre anni dopo non ero diventata intima con nessuna delle cinque, anzi.
E qui, più o meno la stessa dinamica che poi è anche naturale che sia così. Hai il gancio, un'altra mamma dell'asilo, che ti invita a cena con un gruppo di sue amiche, tutte residenti a Maple Lane, per farsi gli auguri di Natale. Pensiero carino e, per questo, ci sono andata nonostante ormai una certa pigrizia. Da un lato, risento tanto della mancanza dei miei amici, a cui si aggiungono ora anche alcuni lasciati a Taipei, per cui dovrei essere stimolata a farmene di nuovi, dall'altro sono un po' stanca di ricominciare da capo. Poi mi trovo noiosa: sempre le stesse cose da raccontare condite, ora, con qualche aneddoto e considerazione un po' sentimentale sulla mia esperienza a Taipei. Non so, mi sento parlare e spesso penso : Madonna che palle.
Comunque la serata è stata carina in un ristorante thai vegeteriano alla Rue St. Denis, in pieno Plateau dove, però, si può anche mangiare carne e pesce. Ma come ? Yes we serve chicken but it is not real chicken. It's made with tofu, just the texture is like chicken." E infatti fa schifo. Non so, ma se vai in un ristorante vegetariano e ordini del falso pollo, secondo me, devi essere ricoverato subito in un istituto d'igiene mentale. 

Ecco, ho deciso di rompere il ghiaccio condividendo queste mie osservazioni sull'incoerenza del menù ma ho capito subito che forse avrei dovuto sterzare su argomenti più classici, tipo i figli, of course.
E così finalmente le quattro sciure con cui cenavo, tutte perfettamente pettinate, con twin set di cachemire e brillante di fidanzamento al dito, si sono aperte un po' e mi hanno raccontato che, in fondo, nessuna di loro è canadese d'origine, ma tutte sudamericane trapiantate a Montreal perché sposate a bellimbusti di qui. Poi si sono aperte ancora di più e, forse capendo che davanti alla sottoscritta quasi pettinata, con golfone di lana e mai fidanzata ufficialmente, avrebbero potuto rilassarsi, mi hanno confessato di essere stanche, stufe e in preda a dei mariti che le vogliono però proprio così anche a fine giornata quando vorrebbero solo collassare sul divano con il pigiama.
Insomma, siamo diventate quasi amiche. Vedremo fra tre anni.






Commenti

  1. Se ti fermavi un'altra ora chissà cosa ti avrebbero detto...ahahahahhaha

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