Sconclusion


Sabato sera mi sono concessa un momento di cultura in solitudine.
Sono andata a vedere, al Chang Kai-Shek National Concert Hall, lo spettacolo Delusion di Laurie Anderson, nell'ambito della manifestazione Taiwan Internation Festival of Arts.

Se vi state chiedendo chi sia Laurie Anderson e vi vergognate di non saperlo, benvenuti nel club. Non la conoscevo nemmeno io ma, intrigata dal nome e dalla locandina sul programma degli eventi del mese, ho deciso di comprare il biglietto.

Sono arrivata a teatro con il cuore in bocca, grazie alla guida selvaggia di un tassita con cui non c'è stata molta chimica sin dall'inizio. Si è lamentato che l'indirizzo di destinazione fosse troppo piccolo sul foglio stampato al volo da Google maps.
Da notare che il Chiang Kai-Shek National Concert Hall è il teatro più famoso della città e si trova all'incrocio fra un vialone, tipo Champs Elysees, ed una piazza della grandezza di Place de la Concorde. Se anche non riesci a leggere bene, vai per intuito. Nemmeno per sogno. La prossima volta mi munirò di modellino tridimensionale in Lego da mostrare ai taxisti, in caso di difficoltà.

Ma, oltre al cuore, in bocca, avevo anche lo stomaco.
Una fame pazzesca che ho pensato di soddisfare, nel corso dell'intervallo, con quei deliziosi mini sandwiches distribuiti al bar del teatro. Errore. Ladies and gentleman we would like to remind you that this show has no intermission. Great.
Ho cercato, allora, di farmi cambiare posto. Si, perchè, quasi un mese fa, proprio per avere più scelta, sono andata da sola alla Fayaque (così si chiama la Fnac da queste parti) per comprarmi il biglietto, decisa a sfruttare i miei pochi rudimenti di cinese. Di solito, infatti, me lo prende Polly e credo che così sarà anche in futuro.
Devo aver sbagliato qualche tono nella pronuncia perchè ero convinta di avere un super posto centrale, e invece mi sono trovata seduta tutta spostata su di un lato, quasi fuori dalla sala. Ho fatto controllare il mio biglietto cinquanta volte alle maschere ma i numeri non mentono ed io ero proprio lì, fila 4, posto 34. 
Ho, quindi, chiesto se potessi spostarmi, ma un ragazzetto gentilissimo, con gli occhiali, mi ha detto : Dont wolly. This is a vely good seat because you can see the all pelfolmance vely well. Sarà. Mi sono fidata anche se il dubbio che mi prendesse per i fondelli mi è venuto. E infatti. Ho passato un'ora e mezza girata di 90 gradi con le gambe quasi in braccio al mio vicino di posto. Mi sarebbe piaciuto ripescare il ragazzetto e dirgli due cosine ma, tanto, non l'avrei mai riconosciuto.

Il problema, comunque, non è stata tanto la scomodità, quanto la noia tremenda dopo solo dieci minuti di pelfolmance. Ero convinta di essere ad uno spettacolo di danza contemporanea (non avevo studiato molto, lo confesso) ma se c'è una cosa che Laurie Anderson non fa e non hai mai fatto è danzare. Lei preferisce piuttosto recitare monologhi sconclusionati, strimpellando un violino elettronico, che porta a tracolla, e manovrando contemporaneamente un sintetizzatore che emette della musica elettronica da brividi. E per non farsi mancare nulla, il tutto è accompagnato, sullo sfondo, dalla proiezione di una sequenza di immagini strampalate. Arte.

Ho avuto più volte la tentazione di alzarmi e di urlare "basta" per vedere la reazione, ma mi sono trattenuta. Ero, comunque, convinta che la mia insofferenza fosse comune anche a molti altri spettatori beccati ad estrarre il cellulare da borse e tasche per verificare l'ora e calcolare, ne sono sicura, quanti minuti di sofferenza fossero rimasti. Invece no. Al saluto finale di Laurie : Thank u and good night ! tutti in piedi in un lungo ed interminabile applauso che l'ha pure convinta a ritornare sul palco e a strimpellare un ultimo motivetto agghiacciante.
Il mio sconforto era immenso perchè ho preso così coscienza, ancora una volta, della mia immensa superficialità ed ignoranza. Io non ci posso arrivare e non ci arriverò mai. Al massimo,  arrivo a teatro ma poi lì, spesso, il buio.

Tornata a casa, mentre m'ingozzavo di un sushi di gomma comprato da Jason's, supermercato chic vicino a casa, aperto 7 giorni su 7 fino alle undici di sera, ho finalmente fatto una ricerchina sulla nostra Laurie : Affermata performance artist, musicista e scrittrice statunitense, celebre per aver inventato il Tape-bow violin, che ha una testina da registratore al posto delle corde ed un nastro magnetico inciso teso sull'archetto (ma che buona idea !) e moglie di Lou Reed. Lou Reed ? Ah ecco, se solo l'avessi saputo prima, mi sarei risparmiata il biglietto. Una che si sposa Lou Reed, tutta giusta non può essere. E questa è la mia sconclusion.

Commenti

  1. La tua sete di "cultura" ti fa comunque onore. Credo, però, che se avessi osato dire "basta"!, avresti avuto una standing ovation e saresti definitivamente uscita dall'anonimato.
    Provaci la prossima volta.
    m

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