Quinonètaipei
Da una settimana abbondante sono ormai a Milano.
Per prima cosa, appena scesa dall'aereo, ho smadonnato perchè, per procurarsi un carrello, bisogna avere gli spiccioli giusti in euro. In nessuno dei grandi aereoporti internazionali, che conosco, funziona così perchè è una grande rottura di balle, soprattutto per gli stranieri. Ma infatti Malpensa non è un grande aereoporto internazionale e, quindi, va bene così.
La seconda cosa che ho fatto è stata interrompere il chiacchiericcio di due finanzieri con barba lunga e jeans lisi ed obbligarli a darmi una mano, visto che, senza carrello, trascinavo tre valigie più il passeggino.
Noi gliele possiamo portare fino al di là della porta scorrevole. Ah si ? Non mi accompagnate a casa con l'auto di servizio ?
La terza cosa che ho fatto è aspettare che mia madre, dopo essersi sbaciucchiata Matteo per mezzora, si rendesse conto che a Milano non c'era arrivato da solo, mi salutasse e mi desse una mano a caricare le tre valigie più il passeggino in macchina.
Dopo di che, mentre lei guidava verso casa, mi sono rifatta gli occhi ammirando la bellezza dell'hinterland milanese, se paragonato allo squallore di quello taiwanese.
Milano, poi, sotto un cielo terso e soleggiato non mi è mai apparsa così radiosa. Meno belli i miei concittadini che, d'estate, offrono spettacoli, spesso, inquietanti. Sarà che non sono più abituata a chiattone bionde tinte strette in minigonne stretch bianche, uomini pelosi con catene dorate al collo, rasta barbuti, tatuati e tatuate.
In compenso, però, ho rivisto con piacere bionde vere con gli occhi azzurri, rossi, ricci e tanti occhi g(l)andi !
E non sono più abituata a sentire, ma soprattutto a capire, quello che si dice in giro. Nei negozi, dove commesse e commessi sono sempre troppo impegnati a lamentarsi di altri colleghi e/o superiori : Cioè, scusa no, ma ti pare ? ma io non so. E' proprio str ... prima di occuparsi di te che, in fondo, sei solo un cliente invadente ed inopportuno.
Nelle agenzie viaggio, dove mentre ero in coda per comprare un biglietto per il treno, si è avvicinata una tipa : Scusa ( si, lo so dimostro 25 anni ma ne ho quasi 40, sono sposata con figlio, magari un LEI ogni tanto farebbe anche piacere) posso passare? Devo chiedere solo un'informazione per un eurostarre per Bari. Ma poi scappo che c'ho a casa mio figlio epilettico. Come dirle no ? Poi ormai sono taiwanesizzata quindi, in fondo, alla gente io credo.
In autobus, dove si parla al cellulare, a voce alta, di fatti privati senza il minimo imbarazzo : Sei un bastardo. No, ascoltami, sei un vero bastardo. Oppure ti si avvicinano tipi bizzarri che vogliono attaccare discorso : Ah io non ho figli. Preferisco le piante. Ne ho a centinaia. Ma tu quando gliela fai una sorellina a questo ? Guardi, ancora non lo so ma se mi lascia nome e numero di telefono, la chiamo non appena concepisco.
E soprattutto non sono più abituata alla disorganizzazione e ai disservizi. Alla ricerca di una cartella clinica, sono arrivata al padiglione del Policlinico dove si trova l "ufficio" cartelle (uno stanzone fatiscente con un tavolo, una signora e delle scatole di cartone) e ho chiesto come raggiungere il primo piano con l'ascensore, visto che avevo Ming nell'Inglesina. Risposta : L'ascensore c'è e non c'è. Cioè, va e non va. Ottimo. Ma sono stata fortunata perchè, quel giorno, c'era e sono riuscita a salire.
Però non sono nemmeno più abituata all'odore del pane e della focaccia fresca, ai pomodori con la mozzarella, al cappuccio con brioche, al rumore degli uccelli nelle serate estive, ai bei palazzi ottocenteschi, a Sant'Ambrogio la mattina, ai ciottoli di Brera, al rumore delle tazzine nei bar ...
Si, qui non è Taipei, ma per certe cose, Italians do it better !
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