Perplessità

Ecco, domenica, credo di essermi veramente resa ridicola agli occhi di mio figlio che mi ha ricambiato con cotanta perplessità, quasi ad implorare un : mamma, per favore basta!

Ma purtroppo è più forte di me. Primo Natale della mia vita via dall'Italia (e forse è meglio così), via da Milano, dall'albero che profuma ma che perde gli aghi, dalle Zimtsterne o, più volgarmente, Stelline, dallo Stollen o più volgarmente ... non lo so, da mio fratello, da mio papà, dallo zio Guido e dai miei amici.
E allora il Natale me lo rifaccio qui come fanno qui, ossia strafacendolo e stradecorandolo, con Jingle Bells in loop ovunque. Ma senza biscotti perché quelli non li so fare e con un albero finto perché quello vero qui non c'è.
Però, attenzione, il tutto non è tanto fatto per me (noooo !!) quanto per Ming perché sai come si divertirà a decorare l'albero, sai come sarà contento di fare la foto in braccio a Babbo Natale ?!! Contentissimo.
Mi sono anche procurata un barattolo di neve finta e degli stencil in tema per le finestre della sua stanza ma, quando mi ha visto sbrodolare quella che sembrava schiuma da barba senza ottenere nemmeno la parvenza di un fiocco di Natale, Ming non ce l'ha fatta e in ebraico ha esclamato : Nu, bemet ! che più o meno suona così : mamma dacci un taglio !

Se a questo aggiungiamo poi che la sera, per par condicio, accendiamo le candeline di Hannuka con nenia stonata da Iduzzo, io credo che mio figlio abbia tutti i diritti di mandarci a quel paese. E forse lo farà. Per il momento ci guarda così, con aria perplessa.