Intervista


E' successa una cosa strana. Un po' come se, all'improvviso, Anne Wintour, la direttrice di Vogue, suonasse alla porta per dirmi : ma come vesti bene ! Posso pubblicare sul giornale le foto delle tue magliette di Zara e dei tuoi camicioni di Muji ?
Va beh, poi scopri che non si tratta proprio di Anne Wintour ma di una sua alterego locale e che di moda non ne capisce poi un granché nonostante sia la caporedattrice di una rivista del settore. E allora sei anche più tranquilla.

Bene, a me è successo con Aries, capo redattrice della rivista in alto nella foto, accompagnata dalla sua assitente Kiwi che, per qualche settimana di corrispondenza via email, ho creduto fosse un uomo. Per me il kiwi è maschio.
Su segnalazione di un'amica comune, mi hanno contattato perché interessate a pubblicare case, dimore e appartamenti di alcuni stranieri in città.
Ho accettato, precisando, però, che non si aspettassero un appartamento super design, solo perché ogni tanto appiccico un arch. davanti al mio nome, e che ultimamente mi dedico più ai Lego che all'arredamento.

Fatto sta che due settimane fa, Kiwi e amica sono venute a dare un'occhiata e, apparentemente, hanno apprezzato il mio swedish style con l'aggiunta di qualche elemento extra come i quadri astratti di Ming appesi sopra il nostro letto : is this abstlact painting ? Yes, Ming originali.
A un certo punto ho quasi dovuto raschiarle via dal mio divano Ektorp, tanto erano comode : Ikea ?, leally ? ma non prima di aver testato la loro conoscenza in materia, mostrando loro le mie Tolomeo di Artemide o la poltrona Sacco di Zanotta, pezzi a cui sono legatissima più per una ragione affettiva che per la loro etichetta. Comunque nulla, nessuna reazione da parte delle due guru del design taiwanese. Aspettavo solo che mi dicessero : Ikea ? per accompagnarle alla porta. Ma, alla fine, ci sono andate da sole, con la promessa di ritornare pochi giorno dopo fotografo munite.

E cosi fu. Mercoledì mattina, alle 10.00, i miei "guest" (come sono sempre annunciate le visite al citofono) sono arrivati. Niente Kiwi, raffreddata, ma solo Aries ed un giovanotto mingherlino con quella che all'apparenza sembrava la custodia di un fucile di precisione.
Per fortuna che ho avuto l'illuminazione di chiedere a Gloria (la mia insegnante di cinese e prossima candidata agli Oscar 2012 per gentilezza e disponibilità) di essere presente, visto che, se l'inglese di Kiwi era abbastanza comprensibile, quello di Aries semplicemente non era e basta.

E proprio lei, al primo appuntamento, aveva mormorato la parola intelview, lasciando ad intendere che mi avrebbe fatto qualche domanda. Qualche domanda ? Due ore seduta sul divano a rispondere ai suoi quesiti da cosa fosse per me l'Italian style a cosa pensassi dello stile locale.
Lo dico ? Si, dai. Mi sono sentita molto vip ma anche, e soprattutto, molto Fuffas e, ormai lo sapete, che in quanto a fuffa non mi batte nessuno. A parte la fatica di mettere insieme delle frasi di senso compiuto in inglese quando ormai parlo il Minghiano, ossia un pout pourri di lingue completamente sgrammaticate con verbi all'infinito, senza ulteriori orpelli sintattici, ma spesso mi ascoltavo e pensavo : Anna cosa caspita stai dicendo. Tu vaneggi!

Lo sproloquio si è concluso con una frase non molto diplomatica (una mia specialità) che, da quanto ho capito, ha avuto delle ripercussioni anche su Gloria : I believe people here are too afraid to change and to see there are better ways to live the interiors.
Ecco, a questo punto, Aries ha sospirato e rimesso in borsa il registratorino portatile e Gloria mi ha guardato negli occhi con aria colpevole.
Bene, a questo punto, credo che quitaipei terminerà prima del previsto perché sarò presto dichiarata persona non grata ma spero non prima che esca il numero con le mie panzane. Sarebbe comunque un bel ricordo.


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