Listening vs understanding

Ieri sono riuscita a fare la mia prima battuta in cinese. Nulla di che ma, mettendo insieme due di quelle sei parole che conosco, sono riuscita a strappare un sorriso alle mie compagne di yoga.

Sicuramente un'iniezione di autostima in una settimana all'insegna di tanto listening e scarsissimo understanding.
Il caso ha voluto che, nell'arco di pochi giorni, mi immolassi per una prima puntata dei Morning Coffees, una serie di incontri inutili organizzati da una di quelle tipiche mamme super attive ma con un tubo da fare che, come temevo, si è svolto per lo più in cinese.
E' bastato un mio falso quanto idiota "Dont worry i understand a bit of chinese" per autorizzare le sciure presenti a cedere al loro cicaleccio senza senso (ovviamente per me).
Poi, all'improvviso, la mamma più sveglia del gruppo, o per lo meno così ho sperato, captando il mio disagio, nonostante il solito sorriso ebete, si è avvicinata per darmi due o tre indizi in inglese riguardo alla conversazione in corso. Del tipo che dopo un quarto d'ora di cin ciun shi cian Facebook o di shei giun chi cian Facebook, mi sussurra all'orecchio : They're talking about Facebook ! Really ? Thank you very much ! Adesso è tutto molto più chiaro.

Con la testa che ancora mi ronzava e parecchi neuroni bruciati, mi sono poi infilata, nel pomeriggio, nel corso di yoga prenatale che ho ripreso da qualche settimana. E anche lì una fatica. Peccato perché pare che l'insegnante sappia un sacco di cose e parla a lungo ma poi mi guarda e, sorridendo, si limita ad un : Anna inhale, exhale. Ma come ?
Talvolta riprova a coinvolgermi nella discussione sperando che magari, dalla lezione precedente, ci sia stato qualche progresso con il mio cinese, ma poi si rassegna e cerca il contatto visivo con qualcun'altra. Io però non mollo e cerco d'interagire anche se poi mi piomba addosso una stanchezza per cui mi è impossibile fare le tre posizioni del guerriero, sequenza cardine del corso. Fisso, invece, l'orologio sperando che arrivino presto le 16.55 quando, finalmente, posso collassare sul materassino per i cinque minuti finali dedicati, per l'appunto, al rilassamento.

Oggi, poi, ho sfiorato il precipizio.
Nuovamente convocata all'asilo per uno speech di Melody, la maestra di Ming, sul metodo d'insegnamento per i nani dai 0 ai 3 anni, ho chiesto se ci sarebbe stato qualcuno disponibile per la traduzione. Melody mi risponde in cinese che sarebbero venute la mamma USA di un compagno di Ming, tra l'altro mia amica e vicina di casa, ed una fantomatica traduttrice. Spero di avere capito correttamente ma cerco, comunque, conferma con un sms alla mia amica USA che, però, non risponde. Aiuto.
Mi presento puntuale alle 14.00 e nella classe di Ming sono già pronte le baby sedie scomodissime, la caraffa con l'acqua ed il tè, i bicchieri di carta e Melody. Mancano solo le mamme. Sono sola.

Mi siedo fiduciosa ma poiché pare brutto rimanere in silenzio, mi butto in una nuova fantaconversazione con Melody che dura almeno una mezzora. Ogni tanto, guardo al di là del vetro sperando di veder spuntare una testolina nera qualunque ma nulla.
Cacchio ! E adesso ? Come faccio a reggere da sola una presentazione di un'ora ? Medito la fuga più elegante quando finalmente fanno il loro ingresso la mia amica USA e la sua insegnante di cinese convocata per una traduzione simultanea.
L'avrei abbracciata e credo anche Melody che ho visto più sollevata.
La cosa divertente è che di tutte le mamme del corso, alla fine, c'eravamo solo noi due, le outsider.
Vuoi vedere che, understanding o non understanding, sotto sotto un po' la palla se la fanno anche le Taiwanesi?

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