Rilassati

Ieri pomeriggio, in coda al semaforo, ho visto un impedito parcheggiarsi sul lato della strada ed urtare di brutto, nella manovra, il parafanghi della macchina davanti.
Se fossimo stati a Milano, il tipo davanti sarebbe sceso smadonnando e mostrando all'impedito tutta una serie di graffi e di ammaccature di cui l'avrebbe ritenuto responsabile.
Qui, dopo un paio di minuti, il tipo davanti è sceso e, sorridendo all'impedito, ha dato una rapida occhiata al paraurti. Constatando che non c'erano danni, gli ha fatto OK con la mano e se ne è andato.
Si sarà anche trattato dell'incontro fortuito di due monaci tibetani in borghese, ma è vero che a Taipei la gente è più rilassata e tranquilla anche perchè non perde inutili energie nel superare tutti quegli ostacoli che, in Italia, ti rendono, si, più scaltro ma anche perennemente inc..zato.
Faccio degli esempi.
L'altro ieri ho parcheggiato la macchina per strada. Ho notato di avere occupato un posto numerato ma non ho visto nessun parchimetro e, rinunciando a leggere i cartelli, me ne sono andata.
Quando sono tornata, sul parabrezza, c'era un biglietto. Ho pensato ad una multa. E invece no. Era una specie di disco orario che segnalava il mio orario di arrivo e la tariffa da pagare. Chi l'avesse messo restava comunque un mistero.
E ora dove lo pago ? mi sono chiesta, visto che, a parte diversi alberi, un cavalcavia e dei cestini, non c'era nessuno. Ho chiamato Polly e lei mi ha detto che avrei potuto pagarlo tranquillamente in qualunque 7 eleven (supermercatini aperti 7 giorni su 7), anche quello più vicino a casa. Così funziona il sistema dei parcheggi pubblici a Taipei. Nessun bisogno di procacciarsi i gratta e sosta, nessun bisogno di passare un quarto d'ora a raschiare con la monetina la minibanda argentata per far apparire anno, giorno e ora. Si arriva e ci si parcheggia. Pisapia vieni a Taipei. Ti ospito io !
Nei parcheggi sotterranei, all'uscita, c'è un tipo che ti aiuta se mai ti fossi dimenticata di pagare il biglietto o, come nel mio caso, fossi troppo distante dalla macchinetta dove lo devi infilare. E sorridendo, ti indica l'uscita con una specie di cilindro fluorescente. Stessa assistenza in metropolitana se hai bisogno di informazioni.

Una settimana fa sono andata in un grosso supermercato che vende all'ingrosso e, da italiana, pur sapendo che bisogna avere una tessera personale, ho cercato di fare la spesa sfruttando quella di Iduzzo. Ma ho ancora delle parvenze femminili e quindi la cassiera non si è lasciata ingannare e guardando la foto, ha esclamato : He's not you !
Facendo finta di cadere dalle nuvole, le ho spiegato che non sapevo di dover avere la mia di tessera e che, venendo sempre con mio marito, mi ero portata dietro la sua.
Gentilissima, la signorina si è scusata mille volte ma mi ha detto che, proprio, non poteva accettarla. Mi ha accompagnato al banco dove tesseravano i clienti e, facendomi saltare la fila, ha chiesto ad una collega di occuparsi di me. In cinque minuti ero stata schedata anch'io.
Poi, invece di farmi rifare la coda alla cassa, ne hanno aperta una, in modo da non farmi perdere tempo. Tanta gentilezza e cortesia mi hanno creato un forte senso di colpa per aver cercato di eludere i loro regolamenti. Non lo farò mai più. Ma mentre li osservavo agitarsi tanto per venirmi incontro, ridevo tra me e me pensando a che cosa sarebbe successo in una situazione analoga in Italia.
Beh, molto probabilmente, la cassiera avrebbe chiuso un occhio ...

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