Riflessione




Ci sono quelle settimane un pò più significative di altre in cui più o meno inconsciamente si vivono delle transizioni importanti fra una fase e l'altra della nostra vita. Questa che si è appena conclusa è sicuramente una di queste. 
E' iniziato tutto lunedì mattina all'alba quando nell'ordine ho accompagnato Matteo all'aeroporto perché sarebbe partito con la scuola per cinque giorni per Kachananburi e solo per semplificarvi la vita vi dico che è un posto in Tailandia a due ore e mezza di guida da Bangkok, sul fiume Kwai - vi ricordate la musica dall'omonimo e vecchissimo film "tata tatattatà, tata tatattatà"? e Tommaso a scuola da dove sarebbe poi andato in gita allo zoo fermandosi a dormire in tenda la notte. Un'esperienza da cui è emerso davvero entusiasta considerando che mentre dormi hai le scimmie che ti grattano la tenda e quando fai la doccia all'aperto i pipistrelli ti svolazzano sulla testa. Mamma, please not anymore!
Tutto qui? vi chiederete. Anna, le gite in fondo sono di routine quando hai dei figli a scuola. Vero. Causa pandemia però era la prima volta che i due si assentavano da casa da soli e senza la possibilità di poterli contattare causa divieto assoluto di utilizzare qualsiasi telefono o altro dispositivo.
Se succede qualcosa, la scuola vi chiamerà. Insomma come ai vecchi tempi quando andavamo in gita noi anche se a dodici anni forse non più in là di Torino e in giornata.  

E proprio lunedì scorso papà government ha deciso che potevamo finalmente toglierci le maschere anche sui mezzi pubblici e, se in Europa nessuno le indossa più da mesi, qui sull'isola dove nulla accade ma si è super cauti, è stato almeno per me un momento particolarmente emozionante. 
Ho realizzato improvvisamente che forse questa pandemia ce l'eravamo veramente messa alle spalle e quando sono scesa in metropolitana a muso scoperto sono stata colta da un'improvvisa euforia che per poco non mi abbracciavano gli altri passeggeri tutti ovviamente ancora mascherati e, all'apparenza, molto meno eccitati di me.
E ho pensato che noi umani siamo davvero strani. Quando eravamo segregati in casa, lontani da tutto e da tutti e cantavamo sui balconi, continuavamo a dire il giorno in cui tutto finirà faremo festa e queste maledette maschere le bruceremo. Il giorno è arrivato e nulla, le abbiamo buttate via, magari una scatola per scrupolo o scaramanzia l'abbiamo infilata in un cassetto, ma siamo tornati a vivere come prima, presi dalla routine, masticando un giorno dopo l'altro verso chissà quale traguardo.
Ed io lunedì sera forse perché sola con i miei pensieri, forse perché sempre alla ricerca di una buona scusa per bere un bicchiere, ho deciso di celebrare comunque questa giornata strana e l'inizio di una settimana in cui oltre a mettere a curriculum con un certo orgoglio: 2020/2023 Pandemia  - Singapore - Sopravvissuta, ho realizzato che i miei figli sono cresciuti e che un giorno andranno via con il cellulare ma per mete anche più lontane e che per quanto ci scherzassi su qualche giorno prima di liberarmi di tutti e tre in un colpo solo - sarà bellissimo, uscirò tutta la notte, farò baldoria - mi sono mancati molto e ho trascorso la serata davanti a Netflix in pigiama. Che io il traguardo in fondo l'abbia già raggiunto e che questo traguardo siano loro? Credo proprio di si. Un'altra ragione per bere un bicchiere in più.

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