Al nostro arrivo a Singapore siamo stati rinchiusi in un albergo, anzi due, per due settimane di quarantena. Questo diario giornaliero su Facebook mi ha aiutato a restare serena e a riderci su.
Quarantena - Giorno 2
Sono passate 24 ore abbondanti e se andiamo avanti cosi la mia permanenza a Singapore sarà brevissima perché mi farò cacciare quanto prima.
Siamo confinati in due ampie stanze al decimo piano di un grande albergo ma senza balcone e con delle finestre a tutta altezza che non si possono aprire.
Abbiamo chiesto alla cortesissima tipa che ci ha accolto ieri pomeriggio se fosse possibile uscire a prendere un po' d'aria almeno una volta al giorno. No, mi dispiace. Non potete uscire dalla stanza, ma è climatizzata con ricambio d'aria, ci ha risposto con un sorriso talmente disarmante ed io ero così esausta che non ho avuto la prontezza di mandarla a quel paese, girare i tacchi e risalire sul pulmino che ci aveva appena scaricato all'ingresso posteriore dell'albergo riservato agli appestati.
Ma appena entrata in stanza ho realizzato l'incubo che si stava prospettando e ho dato di matto. Persino ai carcerati viene concessa l'ora d'aria. Il coniuge ha cercato di calmarmi, la Valeriana, i Fiori di Bach e la mancanza di sonno mi hanno messo fuori gioco per un po' di ore. Al mio risveglio, mi sono sciacquata la faccia e mi sono detta che ce l'avremmo fatta anche senza aria, senza contatti umani - ci parlano solo al telefono e svaniscono dopo averci lasciato il cibo fuori dalla stanza - ma mai senza aspirapolvere. La stanza non viene nemmeno pulita.
Abbiamo chiesto alla reception di prestarcene uno perché sinceramente non avevo pensato di portarmelo dietro da Israele ma il SI è arrivato solo stamattina. Ogni richiesta deve essere approvata dal Governement. A me sto G sta gia sulle palle.
Alle tre di notte, finalmente anche il coniuge, sveglio come un grillo, ha avvertito la claustrofobia. Chiamata di nuovo la reception, ci hanno mandato eccezionalmente un security officer per scortarci tutti fuori dieci minuti.
Oggi invece la boccata d'aria ci è stata rifiutata nonostante Matteo non si fosse sentito bene. Very sorry but the Governement said no. Ci hanno suggerito di ricontattarli stanotte quando l'albergo è deserto perché forse più semplice avere il permesso.
A questo punto, sarà che io vengo anche da un paese dove del governement non ce ne può fregare di meno, ma mi chiedo se abbia senso sottoporre una famiglia a questo tipo di trattamento. Persino i criceti hanno una ruota per fare un po' di movimento e l'aria passa fra le grate della gabbia.
Se, da un lato, riescono così a contenere la diffusione del virus e a garantire una vita pressoché normale, dall'altro il tasso di alcolismo e di disturbi mentali sarà di sicuro in crescita.
Poi, poco fa mi è arrivata una mail dalla scuola che conferma la normale ripresa a tempo pieno e mi sono detta che non importa e che ce la faremo anche senza aspirapolvere. Viva il Governement!
Quarantena - Giorno 3
Wallach 1 - Governo di Singapore 0
Ce l'abbiamo fatta! Dopo aver bombardato la reception di telefonate cortesi ma decise, contattato l'helpline per gli stati ansioso-depressivi, aver tirato in ballo gli strascichi psicologici del servizio militare di Iduzzo ma soprattutto, io credo, aver insistito così tanto per un aspirapolvere, oggi alle ore 13 il Governo ha ceduto e, cosa davvero inconsueta, ci ha trasferito in un albergo meraviglioso con balcone e vista mare. YAY!
Dall'inferno al paradiso nel giro di un paio d'ore.
Il nostro trasferimento è avvenuto in massima sicurezza stile Pablo Escobar.
Siamo stati scortati fuori passando per le retrovie, un percorso di dieci minuti attraverso vari corridoi utilizzati solo dal personale di servizio e in compagnia di un simpatico signore attempato che con grande soddisfazione ci ha mostrato un bollo rosso appiccicato sulla camicia: You see this? It means I'm ok. No sick. No Corona.
Ma non dovrebbe essere verde allora? mi sono chiesta pensando a certe convenzioni cromatiche. Forse penso troppo.
Lo daranno anche a noi quando, fra qualche giorno, saremo convocati per fare il test? Si potrà già comprare online da un qualsiasi negozio di articoli per ufficio?
Quei due minuti all'aria aperta prima di salire sul taxi che ci avrebbe portato al nuovo albergo sono stati inebrianti ma nulla rispetto a quando la signorina della reception del nuovo hotel ci ha accolto dicendo: Yes all our rooms come with a balcony and sea view! L'avrei abbracciata se non avessero poi arrestato me e licenziato lei.
E per quanto riguarda i pasti, c'è un menù? Abbiamo chiesto basandoci sull'esperienza del carcere precedente.
- No menù, we choose. Also, the room key only works once - il che significa non azzardatevi a uscire perché poi non entrate più e vi becchiamo.
Ok, no problem ... only one last question ... would it be possible to borrow a vacuum cleaner?
No, I am afraid we cannot let any external electrical appliance enter the room.
Avranno paura che ci nascondiamo tutti dentro al sacchetto e ci diamo alla fuga? O che anche l'aspirapolvere possa infettarsi?
Non importa. Sono seduta fuori sul mio balconcino e respiro aria di mare. Cosa si può volere di più dalla vita?
Quarantena - Giorno 4
Mancano solo 11 giorni poi prometto di sparire all’orizzonte e di non tediarvi più.
Per fortuna che a tenere il conto ci aiuta Homer, nulla a che vedere purtroppo con il mitico papà Simpson, piuttosto una APP che ci è stato ordinato di scaricare e sulla quale dobbiamo postare tre volte al giorno un selfie, scattato in camera, e la nostra temperatura corporea. A me a volte verrebbe la tentazione di sparare, per scherzo, un 39.9 solo per vedere la reazione del Grande Fratello.
Tuttavia, trattandosi di un servizio di monitoraggio un po’ “approssimativo”, una volta al giorno ci chiama anche il front desk dell’albergo per avere un’ulteriore conferma che non abbiamo la febbre. E, last but not least, un’oretta fa una funzionaria del Ministry of Manpower - Ministero del Lavoro ha voluto fare una video call per accertarsi che non fossimo fuggiti. Dimenticavo che anche dal Ministero della Salute ci hanno fatto un paio di telefonate per sapere se andava tutto bene ma questo solo perché siamo ormai segnalati come reazionari.
E nonostante tutto questo cinema ci sono oggi ancora 61 nuovi casi di Covid a Singapore!
Sono invece diminuite le telefonate per ordinare i pasti del giorno perché tanto qui decidono loro cosa farti mangiare. Noi poi per fare quelli cool alla domanda : avete allergie? Seguite diete particolari? - abbiamo detto - No, no mangiamo tutto. E così ecco che a colazione uova in salsa piccante, pollo in agrodolce e riso al cocco. Per fortuna che, in un momento di rara lungimiranza, ho buttato in valigia un sacchetto di fiocchi di avena.
Ovviamente, al posto dell’acqua, ti danno la Coca-cola, unico rimedio per una rapida digestione soprattutto in assenza di movimento fisico. A questa carenza stiamo rimediando con qualche minuto di yoga - ho provato a seguire qualche video su YouTube ma le tipe che lo fanno hanno un’aria così serena e appagata che mi innervosiscono. Ho escluso a priori tutti i video girati in esterno, tipo a bordo piscina o su un rooftop, perché mi rendono ancora più indigesti i domiciliari - percorsi ad ostacoli e corsetta veloce dal bagno al balcone e ritorno.
Da domani una parte della giornata sarà se non altro impegnata dalla scuola. Si, ho già preparato due bei pigiami nuovi per il primo giorno dei bambini nella nuova scuola, per il momento ancora online fino al 24 agosto quando potranno finalmente tornare in classe ed io stappare una bottiglia di champagne. Ma la strada è ancora lunga e la birra quasi finita.
Quarantena - giorno 5
Ne mancano 10! Ci siamo, quasi.
Il top della giornata di oggi è stato lui, l'aspirapolvere che ci è stato consegnato verso tarda mattinata dopo una telefonata alla reception senza grandi attese o speranze.
- Dai, proviamoci ancora una volta, altrimenti lo ordiniamo online. Questa volta, però, siamo stati più scaltri e invece di farne una questione di principio - ci teniamo a vivere in un ambiente pulito perché daccordo il Covid ma a me anche la sporcizia fa venire la febbre - abbiamo riportato un fatto che poteva essere solo risolto con tale elettrodomestico: Mio figlio ha rovesciato la scatola del Nesquik per terra.
- Sir, let me ask and I will get back to you, ha risposto una cortese signorina a Iduzzo che mi ha detto, prima di eclissarsi in una telefonata di lavoro: Se richiamano e dicono di no, tu insisti, non mollare ma mi raccomando senza perdere la pazienza e senza dramma.
Ma l'israeliano non era lui? Mi sembra di vivere con un life coach.
Nessuno ha richiamato ma dopo circa un quarto d'ora qualcuno ha suonato alla porta e, quando ho aperto, non solo ho trovato questo aspirapolvere di un certo livello ma anche una scopa e una paletta. Mi chiedo cosa sia successo alla poveretta o al poveretto che hanno autorizzato il prestito dell'elettrodomestico visto che solo qualche giorno prima ci era stato detto perentoriamente:
- We don't let any electrical appliances get into the room.
Saranno stati giustiziati? Oppure è il Governement che ormai ci conosce e che ha detto si? Poco importa. Di questo passo ci faranno andare in piscina.
E comunque Wallach 2 - Government 0
Da segnalare oggi anche l'inizio della scuola. Primo giorno di didattica online che mi sembra sia stato superato con successo. Stamattina ero molto più nervosa io dei miei figli. Anzi loro non lo erano per niente. Io mi sono svegliata prestissimo per preparare ancora una volta computer, ipad e verificare le passwords.Mi sono anche vestita e pettinata convinta che avrei dovuto sostenere almeno Tommaso durante la sua prima video call con maestre e compagni nuovi. E invece, appena è riuscito ad entrare in Google meet mi ha detto: Mamma per favore vai via. It's ok.
Congedata bruscamente anche da Matteo sono andata a farmi un caffè e ho pensato che anche se spesso li chiuderei entrambi in un cassetto buttando via la chiave, sono davvero orgogliosa di loro. Hanno affrontato e stanno affrontando questo ennesimo cambiamento, e non uno facile, con forza ed entusiasmo. A parte qualche breve momento di magone, sono sempre sorridenti e anche troppo vivaci. Spero che tutte queste esperienze saranno per loro un bel ricordo e non l'argomento ricorrente di anni di terapia.
Quarantena - Giorno 6
Meno 9 al Libera Tutti, anche se, lo sussurro, mi sto abituando alla vita in cella. Ho letto che si chiama sindrome della capanna. Alla fine chiederò il late check-out per restare un po' piu a lungo.
Giornata oggi più tranquilla del solito anche se la serata si preannuncia elettrizzante. Insieme al pacco della lavanderia ho trovato l'invito a una Zoom Quiz night che certo non mancherò solo per avere qualche idiozia da scrivere domani.
Non ho la più pallida idea di che cosa si tratti. Iduzzo che è uomo di mondo ha commentato: Si come i pub quiz inglesi. Mai stata?
No giuro che a me questa esperienza manca e mai ne ho sentito parlare anche quando bazzicavo Londra e dintorni. Amici che vivete negli UK, italiani o che siete adesso su Google translate: Is that true? Ad ogni modo noi ci saremo perché ci manca socializzare. Ci abbiamo provato ieri nel tardo pomeriggio quando anche gli altri reclusi escono sui balconi per fare due flessioni, stirarsi, far sgambettare i bambini più piccoli. Ido molto più motivato di me, ha sentito parlare ebraico sotto di noi e si è precipitato ad attaccare bottone con una famiglia che, però, non se l'è filato proprio. Anzi sembravano infastiditi. Gli ho detto che non sarebbe successo con degli Italiani. Anzi avremmo messo della musica e organizzato un flash mob. Quasi quasi, chiedo alla reception se dopo il quiz party, domani si può organizzare un vero karaoke. Tutti fuori a cantare. Vediamo cosa ne pensa il Governement.
Spero di essere ancora sveglia stasera alle sette perché ho avuto una notte agitatissima e secondo me a causa delle scimmie.
Ieri mi è caduto l'occhio su un adesivo appiccicato alla finestra del balcone che non avevo mai degnato di troppa attenzione anche perché scritto in caratteri ormai ostili alle mie diottrie in declino. In sostanza avvertiva di non lasciare da soli i bambini sul balcone, e fin lì ok, ma soprattutto di tenere sempre chiusa la porta del balcone per evitare che entrassero le scimmie in camera, consigliando, nel caso, di non socializzare perché aggressive.
Ovviamente, da quando siamo qui, la porta del balcone è sempre spalancata e i bambini spesso lasciano pacchetti di crackers fuori sul tavolino. Io li ho ripresi diverse volte perché non volevo che arrivassero le formiche ma, francamente, alle scimmie non avevo pensato. Ieri ho dato un'occhiata soprattutto sui rami degli alberi ma di una scimmia nemmeno l'ombra.
Ci siamo addormentati con la finestra aperta e il mio inconscio non mi ha dato pace. Mi sarò svegliata una decina di volte convinta di essere nel film L'esercito delle 12 scimmie che per di più ha diverse attinenze con il periodo che stiamo vivendo.
Ho preso sonno solo verso le 4 quando si è scatenato un forte temporale e un tuono potentissimo mi ha fatto scattare sul letto perché convinta di essere in Israele: Cosa è stato questo botto, Ido? Nulla, solo un tuono. Ma non ci sono tuoni in Israele d'estate - ho pensato - dove sono? Ah già a Singapore.
Magari stasera anche meno vino bianco.
Quarantena - Giorno 7
E meno 8! Domani siamo già a metà strada e per l'occasione ci sarà un altro Zoom quiz party! Non vedo l'ora!
Allora io oggi non posso non dare mezzo punto al Governement per aver avuto l'idea di offrire ieri sera un quiz party a tutti i detenuti del nostro ma anche di altri alberghi che si trovano qui a Sentosa, isoletta a due bracciate da Singapore. A condurlo Hossan Leong, il Carlo Conti locale che, però, a me ha ricordato tantissimo il trasformista Arturo Brachetti (good luck with Google Translate!).
He's very famous here - mi ha detto un signore malesiano in collegamento dalla sua cella con la moglie velata - quando mi sono permessa di chiedere a Hossan se fosse anche lui un ospite in quarantena visto che lo sfondo della stanza da cui si era collegato sembrava quello di una camera d'albergo.
No, no - mi ha risposto ridacchiando - sono in un appartamento temporaneo in attesa di poter tornare in Malesia dove vivo. Ma visto che lavoro qui, e che fra poco inizia un mio tv show, resto a Singapore fino a quando si riaprono i confini con la Malesia.
Saremo stati una trentina ieri in collegamento, ognuno dalla propria stanza, per partecipare a un quiz di cultura generale. I più coraggiosi hanno attivato il video mentre altri si sono nascosti dietro foto del profilo che li ritraevano ancora liberi, felici e pettinati.
Venti domande di cultura generale che hanno rischiato di fare danni in famiglia laddove nemmeno la convivenza forzata ci stava riuscendo. Davanti a quello schermo sembrava che ci stessimo giocando una riduzione della quarantena piuttosto che un dessert a sopresa che francamente temevo anche. La noia degli ultimi giorni ci ha trasformato in quattro idioti che in quello stupido quiz cercavano un'iniezione di adrenalina, nemmeno si trattasse di un poker a soldi. I bambini dopo aver rimproverato Ido di barare quando si è presentato con l'ipad per cercare su google le risposte che non sapevamo - tante - lo hanno assalito perché era troppo lento a digitare. Quando era chiaro che non avremmo mai vinto, si sono messi le mani nei capelli e se ne sono andati. Io devo dire che dopo aver azzeccato la risposta alla domanda - quale paese ospita la World Toilet Organization? Chiaramente Singapore - e non a caso ma perché l'avevo letto da qualche parte, mi sono sentita soddisfatta di me stessa come non accadeva da tempo. Di vincere, a parte i primi due minuti, me ne fregava relativamente anche perché il dolce in premio è bene che sia andato a tale Wuan. Lo avrà sicuramente apprezzato.
Domani però in palio di sono dei drinks alcolici e se Ido non migliora i tempi di battitura, io divorzio.
Cambiando argomento, martedi lasciamo la cella per andare a fare il test. Ce lo ha annunciato ieri il Governement. Non lo faranno ai bambini, cosa che mi ha sorpreso ma forse ora ho capito perché. Una collega di Iduzzo che ha finito la quarantena un paio di giorni fa ha avuto la premura di spiegarci in che cosa consiste e diciamo solo che usano tamponi molto lunghi. Ho deciso comunque di non farmi suggestionare. Come quella volta che a tre giorni dal parto di Matteo ho incontrato una tipa in un negozio con neonato in carrozzina che mi ha detto cose orribili sulla clinica in cui avrei partorito. Ho fatto finta di niente ma aveva ragione perché è stato un incubo.
Al massimo chiederò un'anestesia totale.
Piove da stamattina e oggi è venerdi, il giorno che preferivo in Israele. E allora Shabbat Shalom!
Quarantena - Giorno 8
Siamo arrivati a metà percorso!! - 7 giorni!!!
Finalmente è arrivato il weekend e possiamo fare anche meno del solito. Nessuna sveglia stamattina e tarda colazione fuori sul terrazzino. E' incredibile come anche qui, nella nostra Alcatraz, si senta l'atmosfera del weekend. Per molti detenuti è tempo di tintarella e di bucato. Devo dire che, fra tutte, le famiglie provenienti dall'India e paesi limitrofi sono le più distinte ed eleganti. Le donne sono sempre avvolte in bellissimi sari colorati e la mattina passano delle mezzore a pettinarsi i capelli. I più sciatti siamo noi occidentali e gli uomini, in particolare, inguardabili.
Ma, mentre mi perdevo in questo tipo di considerazioni sorseggiando tranquilla la mia tazza di caffè, al Governement c'era agitazione e temo che a questo punto alcune teste siano saltate. Si sono infatti resi conto che la sottoscritta non possiede ancora un numero di cellulare locale e quindi non può essere monitorata. Ieri ci hanno chiamato una seconda volta per sollecitare la richiesta di una sim card locale per me perché, apparentemente, tutti i selfie e le temperature che ho caricato sulla app di tracciamento, utilizzando il telefono di Ido, non sono mai state visualizzate. Si tratta di 24 selfie ed altrettante misurazioni di febbre prese inutilmente.
Adesso non è chiaro se in realtà siano visibili ma il Governement le abbia cestinate perché la regola vuole che ognuno le posti sul proprio telefono ma a me è venuta una certa ansia. E per loro si tratta di una falla del sistema inaccettabile.
I Wallach stanno creando troppi problemi ed io sospetto che il nostro nuovo vicino di stanza sia un agente segreto ingaggiato per tenerci sotto controllo.
Ad ogni modo la sim card è già arrivata ma io non l'ho ancora installata perché James Bond insegna che dietro alla scusa della app di tracciamento ci potrebbe essere altro. Non mi avranno cosi facilmente a meno che non mi minaccino di estendere la quarantena. In quel caso resituirò anche l'aspirapolvere.
Adesso devo andare perché stasera abbiamo la seconda quiz night e in palio ci sono delle bevande alcoliche. Vincere è obbligatorio.
Quarantena - Giorno 9
Solo 6 giorni rimasti e io sento che alla fine questo posto mi mancherà. Del resto quando si cambia vita così spesso si sviluppa una tendenza ad affezionarsi rapidamente anche a luoghi apparentemente insignificanti. O per lo meno a me succede così e anche una camera d'albergo, dopo qualche giorno, diventa casa e mi viene quasi voglia di cambiare il colore di una parete, ordinare una piccola libreria, aggiungere degli scaffali sopra il frigo bar, appendere delle foto sul letto. Tranquilli, alla fine non l'ho mai fatto.
Ieri sera non abbiamo vinto. Anzi, direi che abbiamo proprio perso. Siamo stati battuti da Remi, giovanotto di Bristol, che vive nella stanza di fianco ai bambini e con cui Ido spesso fa due chiacchiere. A Singapore per riunirsi con la fidanzata malese, Remi passa il suo tempo a guardare le navi da carico ancorate davanti all'albergo e, lo abbiamo capito ieri sera, i canali delle news. Ha risposto infatti con stupefacente rapidità a quasi tutte le domande che, contrariamente a giovedi, si basavano su recenti episodi di cronaca ma un po' di nicchia del tipo chi ha pronunciato la frase: "Do we think our little white asses are the only ones that matter?" Dolly Parton.
Ma è ancora viva? - ho chiesto a Ido che, come sempre, arrancava sulla tastiera.
Siamo stati talmente scarsi che l'unica risposta giusta l'ha azzeccata a caso Tommaso.
In compenso ho conosciuto Karen, vivace tipa di Hong Kong che medita di trasferirsi qui visto come vanno le cose da quelle parti e ho salutato di nuovo Mr Dollar, in un vestito tradizionale malesiano con cappello e mantello dorato e consorte velata sempre estremamente "loquace".
Il nostro conduttore, Hossan, ci ha raccontato, per risollevarci un po' lo spirito, che l'isola di Sentosa, dove stiamo, un tempo era conosciuta con il nome di Pulau Blakang Mati che in malese vuol dire: Island of Death Behind. Diverse sono le interpretazioni, dai fantasmi ai pirati, ma io ho comunque chiuso la finestra prima di andare a dormire. Mi basta l'ansia da scimmie.
Ieri è stata anche giornata di chiacchierate su zoom con gli amici. Chissà se un giorno, oltre a parlarsi e a vedersi, con gli occhiali di Google ci si potrà abbracciare o per lo meno avere la sensazione di farlo. E' una delle cose che mi manca di più.
Quarantena - Giorno 10
Solo cinque giorni all'alba che si annunciavano pessimi stamattina quando, finito l'online schooling - oggi in programma Pigiama Day, sai che novità! Ho messo la sveglia dieci minuti più tardi perché se non altro avrei risparmiato il tempo di aprire un cassetto per estrarne due magliette pulite per i bambini - la Playstation NON SI È ACCESA! Ci abbiamo provato a ripetizione a rinanimarla, staccando e riattaccando il filo, spolverandola, implorandola. Nulla. Io ero più disperata dei miei figli perché possono raccontarvela come vogliono, ma una quarantena senza videogiochi è un'autostrada veloce verso la follia, la mia. Mi vedevo già condannata a lunghe ore di Monopoli, libri da colorare e passatempi laboriosi suggeriti da Pinterest. E non potevo nemmeno dare la colpa al Governement.
E così, nonostante lo sguardo sfiduciato dei tre uomini di casa, mi sono cercata e guardata tutti i video su Youtube che potessero darmi dei suggerimenti su come riavvare questa maledetta console nera, a costo di chiedere in prestito un cacciavite e smontare schede madri, nonne e cugine.
Mi ha salvato un sito in italiano, ai cui autori manderò una bottiglia di vino, che mi ha suggerito di provare ad inserire un cd, azione che pari stimoli la riaccensione del marchingenio, se bloccato da un contatto elettrico. Dopo quattro ore di tentativi a vuoto, sbuffi, nervi, mentre i bambini già disponevano sul letto le casette e le carte imprevisti del Monopoli, si è accesa una luce blu che è poi diventata bianca. Guys, FUNZIONA!!!!
- Grande mamma! possiamo giocare adesso?
- Ma certo, tutto il tempo che volete, e sono sgusciata via dalla loro stanza accostando la porta, menandomela anche un po' con il consorte che, diciamolo, per quello che riguarda problemi tecnici è uno zero assoluto.
Domani è invece il giorno del famoso test. Hanno già iniziato a chiamarci ieri sera per ricordarci che è proprio domani e, nel caso ce lo fossimo scordati durante le ore di sonno, ci avrebbero mandato oggi un sms di conferma. La tipa con cui ho parlato si è raccomandata: If you don't get the sms, please call us and we will send it to you. If you don't get the sms, please call us and we will send it to you. Secondo voi, quali erano le possibilità che si dimenticassero di mandarcelo? Nessuna, e infatti oggi è arrivato.
Contrariamente a quanto previsto, non faremo il test qui in albergo ma altrove. Due taxi verranno a prenderci a distanza di cinque minuti uno dall'altro. Uno caricherà Ido e un figlio, il secondo me e un altro figlio. Non abbiamo ancora capito se ci porteranno in due posti diversi anche se, logicamente, questa dovrebbe essere la ragione di due taxi distinti. Ma mi sembra di aver capito che abbiamo logiche diverse. Ad ogni modo, se per caso avessimo cancellato l'sms o soffrissimo di memoria a breve termine, ci hanno richiamato anche oggi due volte per ripeterci il programma di domani. Io mi aspetto da un momento all'altro di vedermi un aereo passare davanti al balconico con attaccata alla coda uno striscione: Wallach, don't forget your test tomorrow!
Per non pensare al tampone, credo che stasera mi unirò al THE NEW GOING OUT, nuova attività prevista all'interno di un programma di appuntamenti virtuali molto più articolato di quello della settimana scorsa. E visto che vivo in albergo non potrò certo mancare il TOWEL ORIGAMI. Altro mezzo punto al Governement. Punteggio aggiornato: Wallach 2 - Governement 1
Quarantine - Day 11
Meno q u a t t r o giorni, dodici selfie, sedici misurazioni della febbre e altrettante lattine di birra al ritorno ad una vita semi normale.
Oggi è stata una giornata decisamente significativa per chi, come noi, è in quarantena anche perché l'unica in cui finalmente succede qualcosa: la giornata del test o del cosidetto tampone.
Io stamattina per l'occasione mi sono fatta la messa in piega, la ceretta e sono andata anche di ombretto e matita per gli occhi. Mi immaginavo le corsie d'ospedale come i corridoi di un centro commerciale con vetrine allettanti, non vedevo l'ora di incrociare altre facce anche se seminascoste da maschere protettive.Insomma finalmente un po' di vita.
Il test l'abbiamo fatto in macchina. Ombretto e matita assolutamente sprecati.
Nel corso della mattinata si sono incrociate almeno dieci telefonate fra Governement e reception dell’albergo per ricordarci di farci trovare pronti a partire dalle 14 e di non dimenticare assolutamente passaporti e permessi di residenza. Nessuno ce li ha chiesti.
Abbiamo dovuto ripassare con loro i due equipaggi, Matteo ed io in una macchina, Ido e Tommaso in un'altra visto che non era permesso viaggiare tutti insieme nonostante si andasse nello stesso ospedale.
La ragione me l'ha spiegata il mio autista ciarliero che, per l'occasione, si è presentato con guanti e tutina protettiva blu ma, sospetto, senza pantaloni sotto. Il solito dettaglio inutile su cui mi soffermo come sempre troppo a lungo.
Mi ha chiesto infatti di sedermi sul sedile posteriore sinistro perchè su quel lato, all'ingresso dell'area per i test drive-through, avremmo trovato la postazione con i medici pronti ad infilarmi il tampone nel naso.
Lui il test lo deve fare ogni dieci giorni e, dopo ogni servizio con passeggeri Covid, deve lavare la macchina. Quando non fa l'autista, insegna qualcosa che ha a che fare con il surf ma ho annuito senza capire davvero cosa.
Era uno nuovo - ha commentato - riferendosi al giovane dottore che mi ha fatto il test - Io li conosco tutti e questo non l'avevo mai visto. Troppo lento e puntiglioso.
Ah ecco, anche a me era venuto il dubbio dopo che per cinque minuti mi ha spiegato, con dovizia di particolari, il percorso del tampone nel mio naso ma soprattutto quante volte l'avrebbe fatto girare nella narice prima di estrarlo: Ten times. I will turn it ten times, clockwise and anticlockwise. E quando si è finalmente messo all'opera ha continuato a fare la telecronaca di quello che stava facendo: Ok, very good, now let"s count, one, two three ...
Ora a me e a Iduzzo è sorta spontanea la domanda seguente: ma se per prendere il Covid basta starnutarsi addosso, è cosi necessario andarlo a cercare in posti così reconditi? Non basterebbe un campione di saliva?
Ad ogni modo è fatta e siamo rientrati in cella. Prima di prendere il vialone che porta all'albergo, il mio autista mi ha detto scherzando: Shall I take you to the beach? Ho apprezzato l'umorismo ma quando ho risposto con aria seria: Yes of course. I'm sure nobody will notice, l'ho visto in difficoltà. I would if I could, mi ha detto costernato.
It's ok. Next time.
Quarantena - Giorno 12
Meno tre, come i piani in un bel libro di Eshkol Nevo che ho letto recentemente. Ieri ne ho invece finito un altro suo ancora più bello, La Simmetria dei Desideri - The World Cup wishes, che racconta la storia di una bellissima amicizia fra quattro ragazzi di Haifa appassionati di calcio e di mondiali.
Grazie a questa quarantena ho finalmente avuto tempo di leggere e di finire libri che trascinavo da mesi. Questo, invece, me lo sono proprio divorato in una manciata di giorni e adesso che l'ho terminato sono triste.
Oggi è una giornata di scazzo - a mix of boredom, sadness, lack of purpose - di cui è in parte responsabile anche Eshkol Nevo, pur senza volerlo. Le pagine del suo libro mi hanno regalato l'illusione di trovarmi ancora nelle strade polverose e disordinate di Tel Aviv, ho percorso diverse volte con i protagonisti la superstrada numero 2 che collega Tel Aviv ad Haifa passando per Herzelia dove vivevo, mi sono bevuta con loro un caffe freddo affondando la forchetta in una insalata di tonno e avocado. Adesso che la storia del libro si è conclusa sto forse realizzando che anche la mia, in Israele, è finita e che adesso sono qui e non più li. Vi ho intristito abbastanza?
In realtà credo che questi tre giorni siamo come gli ultimi mesi di gravidanza quando ci sei quasi ma non ce la fai più e il tempo per farti dispetto rallenta. Stiamo diventando tutti e tre più impazienti e nervosi, anche perché oggi mi sono affacciata al balcone e ho visto personale dell'albergo armato di scope e disinfettanti intento a pulire quelli di altre stanze. Molti se ne sono andati, persino Remi, il giovanotto di Bristol che ha vinto i drinks, Chi ci segnalerà, in serata, il passaggio dell'ennesima nave porta container di cui, peraltro, non me n'è mai fregato un granché?
Meno male che, in una giornata così, sono almeno riuscita a trovare in valigia il coltello seghettato che Ido si era tanto raccomandato di portare da Israele. Perché? Quando si tratta delle fissazioni di Ido da pre partenza ho capito che esplorarne le ragioni è una perdita di tempo. Bisogna solo assecondarle. Ognuno di noi gestisce l'ansia da spostamento a suo modo. Solo che io cerco di incanalarla in qualcosa di produttivo e sensato. Per esempio appena prima di partire ho cercato disperatamente un pigiama con i pantaloni lunghi per i bambini da mettere in aereo che poi non è stato mai messo. Avevo paura che avrebbero avuto freddo.
Quando siamo partiti da Shanghai, la preoccupazione di Ido, a pochissimi giorni dal volo, era quella di comprare una tenda da campeggio e tutto l'occorrente perché in Israele si fa tanto camping con i bambini. Mai andati.
Prima di venire qui è scattata invece l'ansia da coltello. Portiamoci via un coltello, può sempre servire!
Ma a cosa? Non stiamo andando a fare un trekking nella foresta delle Amazzoni e spero di non dover sventare un tentativo di sequestro aereo - che poi tanto il coltello non possiamo nemmeno portarlo a bordo.
Non si sa mai. Magari ci serve in albergo - Eccome no?! Ho fatto finta di niente ma all'alba della partenza, quando stavo controllando per l'ennesima volta di avere preso documenti, portafogli, ipad, peluche, pennarelli, rescue remedy, mi si è avvicinato dicendo: Ma il coltello, te lo sei ricordata? Si e forse, sai cosa, se vai avanti cosi potrebbe davvero tornarmi utile.
Oggi, dopo dodici giorni, l'ho finalmente tirato fuori non per uccidere lui ma per tagliare un'ananas con cui nulla hanno potuto nemmeno quelli dell’albergo. E mi è venuto da ridere.
"... Ma forse le cose stanno sempre così, questa danza ininterrotta di avvicinamenti e allontanamenti è proprio il cuore del movimento fra amici. Non lo credi anche tu?"
Da La Simmetria dei Desideri
Quarantena - Giorno 13
Meno due come i punti a cui i Wallach sono fermi nella loro partita con il Government che, secondo me, è un po’ triste all’idea che stiamo per menare le tolle anche se ho la sensazione che in futuro riuscirà ancora ad intrufolarsi nella nostra vita.
Continuano a telefonarci e oggi almeno tre volte per ripassare insieme dove stiamo, il numero della stanza, in quanti siamo in ogni stanza, se abbiamo scaricato l’applicazione per postare la febbre e, novità, se e quando abbiamo fatto il test. Se non lo sapete voi?
Qualche volta è forte l’impulso di rispondere - non lo so, sono una clandestina, non ho il cellulare e non ho fatto il test. Ma perché? C’è un virus che gira?
Oggi ci sono andata vicina perché mi ha chiamato un’impiegata del Government di cui non capivo una parola. Sembrava che parlasse da una piazza affollata di Mumbai e facevo davvero fatica a seguirla. Gliel’ho detto un paio di volte e lei è andata avanti imperterrita a farmi domande che, però, non erano le solite. Non mi è rimasta altra scelta se non quella di rispondere a caso. Devo aver sbagliato qualcosa perché a fine telefonata mi ha inviato un lungo whatsapp con una lista di applicazioni di tracciamento extra che avrei dovuto scaricare.
Ido, ma le hanno mandate anche a te?- visto che ci chiamano separatamente per ripetere le stesse cose.
No, a me non è arrivato nulla. Ma sei sicura di aver risposto giusto?
No.
Ok, al massimo ti arrestano.
Perfetto.
La notiziona di oggi è invece che il Covid test ha dato esito negativo. Chi l’avrebbe mai detto! Ci è stato anche consegnato il bollo rosso adesivo riservato ai sani!!!
Non vi nascondo però che l’ansia di essere scoperta asintomatica ha avuto ripercussioni sul mio consumo di alcohol giornaliero. Temevo infatti che mi avrebbero isolata su una di quelle navi da carico ancorate al largo di Sentosa. Ma non confinata da sola, cosa che avrei potuto anche affrontare con un discreto piacere; confinata con i miei figli a cui è definitivamente morta la PlayStation. Questa volta a nulla sono serviti YouTube e la mia determinazione.
Mi rimaneva solo una cosa da tentare e cioè estrarre l’hard drive ma per questo avevo bisogno di un cacciavite a stella. Ho chiamato la reception e una tipa gentilissima mi ha spiegato che non potevano prestarmene uno ma che avrei potuto lasciare la PS4 fuori dalla stanza e un umpa lumpa sarebbe passato a svitarmi l’hard drive. La cosa mi sembrava un po’ complicata e ho desistito. In fondo manca solo un giorno e mezzo al traguardo!
Mentre mi mettevo il cuore in pace, anche se digerisco molto male le disfatte tecnologiche, si è presentato il coniuge: Non funziona?
No, dovrei aprire la console ma non ho un cacciavite.
Ma che problema c’è?! Possiamo usare il coltello!! E ha sfoderato il suo sorriso soddisfatto.
Secondo voi?
E' iniziato il countdown! Domani a mezzogiorno siamo fuori di qui!! Adesso dobbiamo essere accorti ed evitare il minimo errore.
C'è già stato consegnato il protocollo d'evacuazione. Dieci regole da osservare da quando ci svegliamo domani mattina a quando siamo seduti nel taxi che ci porterà in una nuova casa temporanea. Ma saremo liberi e soprattutto sani!
E, lasciatemelo dire, con un certo orgoglio, ce ne andiamo con la soddisfazione di essere arrivati terzi al Trivia quiz su zoom di ieri sera!!!!! Una rimonta epica dal 15 posto al terzo grazie, ancora una volta, a Tommaso che sapeva quanti cuori ha un polipo.
Mamma, ne ha tre! Schiaccia TRE
Sei sicuro?
Siiiiiii, io di animali me ne intendo. I cuori sono TRE.
Purtroppo in palio c'era il famoso dolce che non è proprio cosa loro ma l'entusiasmo dei Wallach era incontenibile. Ho trovato significativo che salissimo sul podio proprio a due giorni dal congedo, forse perché abbiamo affrontato queste due settimane di quarantena come una gara di pazienza, forza ed equilibrio e credo che un premio ce lo meritassimo tutto.
Se mi intervistassero adesso su Rai Sport, ringrazierei anche tutti voi che avete avuto il coraggio e la costanza di seguire i miei post di cronaca giornaliera. Non so se sia una buona notizia ma mi è tornata la voglia di scrivere che si era recentemente un po' assopita. Continuerò cosi a tediarvi con pillole da Singapore dove da domani inizia ufficialmente la nostra vita 6.0
Non lo farò quotidianamente perché non trascorrerò più le mie giornate come una vecchia comare, appollaiata sulla sedia a scrutare l'orizzonte, ma quando possibile.
Del resto per me che cambio vita cosi spesso, scrivere ma anche fotografare e disegnare sono diventate una necessità, altrimenti sembra che nulla sia mai successo.
Questo mi ha fatto morire!
RispondiEliminaSoprattutto l'umpa lumpa