Welcome back
Bentornato inverno. La neve è arrivata, il termometro è sceso sotto lo zero e così abbiamo finito tutti di raccontarcela, accogliendo le ultime giornate, con una manciata di gradi, con un entusiasmo quasi primaverile : "Wow, it's such a warm day for this time of the year. Lovely !"
Adesso si fa sul serio. Via infradito e ballerine, fuori stivali da neve e sale antighiaccio.
Settimana prossima attiviamo il camino, cosa mai fatta prima, nella speranza di non dare fuoco all'intera dimora. Chiederò consiglio allo spazzacamino che, alle sette di lunedì mattina con una temperatura che si preannuncia polare, salirà sul tetto per fare il cosiddetto "ramonage", termine francese che ho imparato al volo prima di telefonargli.
Quest'anno, però, siamo pronti, caro inverno, e non ci freghi. Nessuna uscita disperata alla ricerca di "vetements de neige" appropriati, facendoci fregare da commessi che hanno colto, con la nostra inesperienza, un'occasione unica per venderci di tutto e di più. Solo alle mutande in piumino d'oca ho detto no.
Quest'anno so che, dagli 0 ai -5, va infilato il collant sotto i pantaloni, dai -5 ai -10 il collant deve essere di lana, dai -10 ai 20 il collant va sostituito con leggings termici. Sotto i -20 non importa perché tanto scatta il decesso per assideramento.
In testa è d'obbligo un berretto di lana, anche brutto, ma che copra bene le orecchie. Nei casi di vento freddo, si può ricorrere a quelle calze da rapinatore, però canadese, e quindi in pile. E fondamentali sono i guanti per non perdere l'uso delle falangi sempre tanto utili.
La sera e la mattina bisogna ritagliarsi un quarto d'ora per spalmarsi di crema grassa, ma molto grassa, in modo da evitare quelle rughe che tendono a comparire verso fine stagione quando hai la faccia di una maestra di sci senza, per l'altro, l'abbronzatura.
Ne deriva l'acquisto di almeno una decina di tubetti di Vaselina sparpagliati in casa, in borsa ed in macchina.
E poi i nani. La parte, forse, più faticosa resta, comunque, prepararli per uscire. Rispetto all'anno scorso c'è stato un deciso upgrade con Tommaso le cui capacità motorie gli consentono di mantenersi verticale mentre viene infilato nella tuta da sci. O meglio, gli consentirebbero. Perché, non appena mi avvicino con l'indumento, lui si lascia cadere a peso morto per terra in segno di chiara protesta. E allora io mi innervosisco, urlo e sudo cercando di riportarlo in posizione eretta. L'anno scorso il suo "libero arbitrio" era ancora in progress ed era, forse, più facile. Poi c'è Ming che, invece, insiste a fare tutto da solo ma che s'incasina comparendo con il golf all'incontrario, le bretelle della tuta avvitate intorno al collo. E che così rimane perché sono ormai priva di energie per aggiustarlo.
Il berretto prude e allora ecco che viene levato appena varcata la soglia di casa, la sciarpa pizzica e i guanti fanno sudare. Poi tutti in macchina dove medito di non utilizzare più il riscaldamento così da inibire qualunque impulso di svestirsi per poi ricoprirsi dieci minuti dopo davanti al portone dell'asilo. Ma io l'estate me la sono sognata ? No perché sembra ieri che sbiciclettavo spensierata per le strade alberate nelle mie rare uscite in solitaria. Pazienza.
Mentre scrivo, è sera, il cielo è di un grigio arancione e fuori fiocca. Silenzio. Al caldo, resta comunque uno spettacolo romantico che regala attimi di grande calma e pace.
Ne riparliamo domani mattina quando dovrò, dopo aver vestito i nani, pulire anche la macchina. E il padre ? Via per lavoro, of course.
Da me è arrivata la prima neve sui monti davanti casa, ne sentivo il profumo
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