Drink or treat ?

Da sempre allergica a maschere e a travestimenti, ma soprattutto a tutte quelle feste ormai puramente commerciali, con l'eccezione di Natale perché viva l'incoerenza, mi sono, però, in parte, ricreduta su Halloween. 
La Halloween cinematografica, quella dei bimbi che ti suonano alla porta mormorando un timido "trick or treat ?", rivisitato con un "drink or treat ?" da un Ming ancora inesperto in materia, qui esiste ed è un piacevole diversivo per un pomeriggio all'anno.

Poi c'è chi l'aspetta, la prepara e la vive in mondo francamente eccessivo, trasformando il giardino di casa in un cimitero, ricoprendo alberi e siepi con finte ragnatele e inchiodando teschi alla porta d'ingresso. Ho visto anche installare dei marchingegni che sputano fuori nebbia ma, a questo punto, ci sarebbero anche gli estremi per un ricovero in un istituto d'igiene mentale.
Io che sono una beginner mi sono limitata ad un paio di zucche enormi che hanno fatto la felicità di un gruppo di scoiattoli e ad uno spaventapasseri. Un'ennesima notte insonne ed una specie di congiuntivite agli occhi mi hanno poi dato l'aspetto di una strega, nemmeno mi fossi truccata appositamente per l'occasione. Perfetto.

Il costume di Ming è stato elaborato in dieci minuti. La sua richiesta di vestirsi da fantasma mi ha decisamente agevolato la vita, una tovaglia bianca con due buchi per gli occhi, che, all'asilo, ha comunque retto il confronto con almeno una decina di uomini ragno, alcuni leoni e dei vampiri. Travestimento, tra l'altro, indicatissimo per l'uscita "trick or treat" serale con una temperatura polare perché comodamente infilato sopra il giaccone. Stranamente nessun orso in giro, vero o finto.


La cosa, invece, che mi ha impegnato un po' di più è stata senza dubbio la menata "dolcetto, scherzetto" presa, all'inizio, un po' troppo alla leggera. Quando, invece, già alle tre e mezza del pomeriggio, principesse e mostri hanno iniziato a suonare il campanello, reclamando un lecca lecca o una barretta al cioccolato, ho capito che ero messa male.
Rapido salto da Target vicino a casa, un enorme negozio dove si trova di tutto, dalle mutande alle pile, dove, da bravi canadesi, tre corridoi erano completamente dedicati a chi, come me, fa tutto all'ultimo momento. Buttate nel carrello due scatole enormi di mini snack con un packaging studiato per l'occasione, sono tornata a casa dove continuava la processione. Ho esitato ad aprire ad alcuni teenager che, francamente, sarebbe ora si dedicassero ad altro. E ho riso a quei genitori che accompagnavano i figli di casa in casa con la macchina e che, dal finestrino, abbozzavano un cenno di ringraziamento per l'ennesima futura carie dei figli. In diversi momenti mi sono chiesta l'indice di godimento assoluto dei dentisti che, grazie a questa festa, avranno un sicuro incremento di pazienti.



Un'atmosfera, comunque, surreale. Porte spalancate e dolci da sconosciuti, tutto quello che da bambina mi è stato insegnato a non fare e che, qui, ho fatto ma sempre, da italiana, con un minimo di esitazione soprattutto quando, verso le nove di sera, ci ha suonato un energumeno vestito da scheletro. Dalla mia faccia, però, deve aver intuito di aver, si, un super travestimento ma di suscitare qualche lecito sospetto, e allora si è sfilato la calza che aveva in testa e mi è comparso uno dei cinesi più alti che avessi mai visto.


Alle nove e mezza ci siamo, però, rotti le palle. Basta campanello, basta mostri, basta correnti d'aria fredda ad ogni "trick or treat", basta Halloween. Abbiamo spento tutto e ci siamo rifugiati in casa in silenzio fingendo di non esserci, cosa davvero poco credibile. Il campanello ha continuato comunque a suonare per un altro paio d'ore ma, a quel punto, dubito che fossero dei bambini. Più probabile qualche adulto, però, per un "drink or treat" come dice giustamente Ming.





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