Cacchio ... la sacca !
È iniziato il conto alla rovescia, ma a Tommaso più che al Natale. Anche se conto di mettergli un bel fiocco rosso in testa con un ramo di pino finto e di infilarlo sotto l'albero la mattina del 25.
Sempre che, per allora, io sia già a casa e non ancora in ospedale a bere brodo di pollo.
Vedremo.
Per il momento badiamo alle certezze. Fra le più importanti, l'arrivo di Lady Ariberth a Taipei. Lunedì mattina, in elegantissimo impermeabile blu con sciarpetta in tinta, mi è apparsa in aeroporto con un diavolo per capello. Insomma più o meno come l'avevo lasciata a settembre.
Il motivo ? Diverbio a Hong Kong per contrabbandare una bottiglia di limoncello destinata ad Iduzzo e protesta a Taipei per non aver indicato correttamente il numero di volo sugli schermi per lo smistamento dei bagagli.
Questi cinesi ... Mi ha blaterato ancora prima di salutarmi ... Ma ormai so come gestirli !!
E già perché siamo già alla seconda visita e ormai si atteggia e fà la grossa quando, solo otto mesi fa, camminava con la coda fra le gambe, ricambiando inchini.
Una volta installata nella sua stanzetta, con alberino natalizio per farla sentire a casa, nonostante i 27 gradi esterni, si è infilata il grembiule e si è resa operativa, soprattutto con Ming. L'obiettivo ?
Renderlo idoneo quanto prima per l'immatricolazione ad Eaton. Risultati dopo 4 giorni ? Nessuno, tranne quello di avergli insegnato a dire "cacchio". E quindi dopo una serie di "cacchio Matteo" mio figlio ha assorbito e rielaborato un meraviglioso "cacchio nonna" che sta diventando il leitmotiv di questi giorni. Ovviamente la colpa è mia che rido e non lo rintuzzo.
La sera, invece, un po' sul tardi, quando i numeri circensi fra nonna e nipote giungono al termine, rientra Iduzzo impegnato a sistemare diverse cose in ufficio prima di assentarsi per "parental leave". E non solo. L'altra sera mi ha comunicato, un po' in preda al panico, che non aveva ancora preparato la sacca. Quale sacca ? Gli ho chiesto. La sacca per l'ospedale.
Gli ho fatto presente che quella che dovrebbe avere la sacca pronta sono io perché dubito che le contrazioni possano venire a lui, ma non l'ho visto molto convinto.
Insomma, intorno a me c'è parecchia agitazione, ragion percui l'unica che mantiene la calma, almeno per il momento, è la sottoscritta. C'è un che di bizzarro ed insolito non solo nel sapere che la settimana prossima conoscerò mio figlio, ma nel farlo qui, a Taipei, in un ambiente così diverso. Sono doppiamente curiosa. E sinceramente non vedo l'ora di andare in ospedale qualche giorno ad occuparmi solo di Tom, lasciando tutto il resto da gestire a Mrs. Cacchio e a Mr. La sacca, sperando di ritrovarli entrambi al mio ritorno. Confido in Ming.
Inviato da iPad
Sempre che, per allora, io sia già a casa e non ancora in ospedale a bere brodo di pollo.
Vedremo.
Per il momento badiamo alle certezze. Fra le più importanti, l'arrivo di Lady Ariberth a Taipei. Lunedì mattina, in elegantissimo impermeabile blu con sciarpetta in tinta, mi è apparsa in aeroporto con un diavolo per capello. Insomma più o meno come l'avevo lasciata a settembre.
Il motivo ? Diverbio a Hong Kong per contrabbandare una bottiglia di limoncello destinata ad Iduzzo e protesta a Taipei per non aver indicato correttamente il numero di volo sugli schermi per lo smistamento dei bagagli.
Questi cinesi ... Mi ha blaterato ancora prima di salutarmi ... Ma ormai so come gestirli !!
E già perché siamo già alla seconda visita e ormai si atteggia e fà la grossa quando, solo otto mesi fa, camminava con la coda fra le gambe, ricambiando inchini.
Una volta installata nella sua stanzetta, con alberino natalizio per farla sentire a casa, nonostante i 27 gradi esterni, si è infilata il grembiule e si è resa operativa, soprattutto con Ming. L'obiettivo ?
Renderlo idoneo quanto prima per l'immatricolazione ad Eaton. Risultati dopo 4 giorni ? Nessuno, tranne quello di avergli insegnato a dire "cacchio". E quindi dopo una serie di "cacchio Matteo" mio figlio ha assorbito e rielaborato un meraviglioso "cacchio nonna" che sta diventando il leitmotiv di questi giorni. Ovviamente la colpa è mia che rido e non lo rintuzzo.
La sera, invece, un po' sul tardi, quando i numeri circensi fra nonna e nipote giungono al termine, rientra Iduzzo impegnato a sistemare diverse cose in ufficio prima di assentarsi per "parental leave". E non solo. L'altra sera mi ha comunicato, un po' in preda al panico, che non aveva ancora preparato la sacca. Quale sacca ? Gli ho chiesto. La sacca per l'ospedale.
Gli ho fatto presente che quella che dovrebbe avere la sacca pronta sono io perché dubito che le contrazioni possano venire a lui, ma non l'ho visto molto convinto.
Insomma, intorno a me c'è parecchia agitazione, ragion percui l'unica che mantiene la calma, almeno per il momento, è la sottoscritta. C'è un che di bizzarro ed insolito non solo nel sapere che la settimana prossima conoscerò mio figlio, ma nel farlo qui, a Taipei, in un ambiente così diverso. Sono doppiamente curiosa. E sinceramente non vedo l'ora di andare in ospedale qualche giorno ad occuparmi solo di Tom, lasciando tutto il resto da gestire a Mrs. Cacchio e a Mr. La sacca, sperando di ritrovarli entrambi al mio ritorno. Confido in Ming.
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