Gentilezza

Non credo che sarei mai venuta a Taipei da turista. E lo credono anche tanti altri. Ma ora che ci vivo, c'è una cosa unica di questo posto, che sono contenta di riscoprire ogni giorno, ossia, la gentilezza della gente. Ne ho già scritto, ma torno a sottolinearlo, perchè è un fattore fondamentale per vivere bene e superare quei momenti delicati che comporta, talvolta, un esilio volontario.

La prima settimana di asilo di Ming è stata dura, soprattutto per me. E ahimè non avevo la mia più cara amica, o la nonna, con cui andare al mattino come le altre mamme. Tuttavia, ho subito trovato una parola (anche in cinese) ed un gesto di conforto quando, uno dei primi giorni, mi sono messa a singhiozzare appollaiata su di un minisgabello di legno.
Adesso, quando accompagno Ming, incontro sempre delle facce sorridenti con cui fare due chiacchiere, anche se non mi ricordo mai un nome.
Se poi c'è bisogno, ho due fidate traduttrici che mi danno una mano a decriptare i messaggi della maestra.
Una è la mamma di Leonardo (cf post in proposito)che, innamorata di Matteo, lo immortala, ogni giorno, con la sua Canon per poi consegnarmi, l'indomani, un cd con le foto.
Una scena a tratti imbarazzante perchè, talvolta, per fare il book al mio bambino, ignora completamente il suo che è, tra l'altro, molto dolce. Ragion percui adesso mi sento obbligata, per par condicio, a fargli, io, delle foto da consegnare, poi, alla sua mamma. Logico, no ?

Il lunedì mattina è, tempo permettendo, giorno di minigita.
Settimana scorsa, la maestra mi ha chiesto di raggiungerli nel luogo prescelto per l'evento, in modo da aiutarla a gestire Ming che, ancora, non cammina. No problem, le dico. Tiro fuori l'i-phone e cerco, sulla pianta della città, il Songde Park, come da istruzioni.
Perlustro tutti i parchi della corona urbana di Taipei, ma del Songde Park manco l'ombra. Allora mi rivolgo ad una mamma, per maggiori informazioni. Lei mi spiega, i-phone alla mano, che il Songde Park altro non è che un giardinetto di quartiere a non più di 500 metri dall'asilo. 
La ringrazio ma la signora, super zelante, insiste per spiegarmi come raggiungere il parchetto. Dieci minuti abbondanti per mostrarmi tutti i modi possibili per arrivarci da dove mi trovo. Poi, non soddisfatta e, forse, con il cruccio che mi potessi perdere cadendo nella più profonda disperazione, mi  offre anche un passaggio in macchina che, però, rifiuto perchè automunita. E' gentilezza all'ennesima potenza o sono io che sembro un po' rinco ?
Non importa. Io so solo che qui, se non sei di buonumore basta uscire a farsi un giretto e ti torna il sorriso.
Ci sono posti dove si mangia con le forchette, si parla una lingua comprensibile, ma questo non succede.

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