La vacanza
E allora abbiamo finalmente un’estate a disposizione per fare una vacanza insieme senza necessariamente andare a vivere nella destinazione prescelta. Ma ovviamente non una cosa semplice, che ne so, un’isoletta greca, Cipro, Malta ma anche la Sicilia e, perché no, Stoccolma. No, il dito è stato puntato sul Canada nel suo punto più distante da Israele, Vancouver e dunque la costa ovest.
Sveglia alle 4.30 del mattino e, quando il sole dormiva ancora, in aeroporto per un volo, via Francoforte, che in qualcosa come 14 ore ci catapulterà dieci ore indietro nel tempo in una città da cui mi aspetto molto e che sono curiosa di esplorare.
Insomma una bella traversata transcontinentale come ai vecchi tempi dove quando mancano cinque ore all’atterraggio, cominci già a piegare il tavolino e a raddrizzare il sedile perché ti senti quasi arrivato. Se non altro ci siamo liberati di passeggini, pannolini, giochi e biberon. Adesso, in fondo, è un gioco da ragazzi grazie anche a Steve Jobs a cui non smetterò mai di essere grata. Sono sicura che ha inventato iPhone e Ipad dopo un viaggio da incubo con i suoi figli.
Partiamo con curiosità ma anche con un filo di emozione perché, in fondo, è il ritorno in un paese che ci ha ospitato per tre anni meravigliosi e 7000 foto fa a Montreal, una città che, come le sue altre compagne, Taipei, New York e Shanghai, ha conquistato uno spicchio del mio cuore.
Mi sarebbe piaciuto tornarci anche questa volta per qualche giorno ma logisticamente non aveva molto senso e poi è per me sempre emotivamente impegnativo fare ritorno da turista in un luogo a cui una volta appartenevo e con cui c’era una intimità di vita.
Ho sempre bisogno di almeno un paio di giorni per abituarmi e sgombrare la testa da pensieri nostalgici.
Credo che la prova più dura sarà a New York perché la ferita del distacco non si è ancora rimarginata.
In Canada ci attendono tre settimane di road trip, di ampi spazi e di orizzonti, forse la cosa che mi manca di più vivendo in uno sputo di paese come Israele. Non vedo l’ora di svegliarmi sempre in posti nuovi, di scattare foto e di riempire un nuovo album di ricordi.
In fondo quello che ormai faccio da anni perché la vita, comunque la si guardi, è sempre un viaggio ricco di esperienze e di incontri. Sono convinta che si possa viaggiare anche restando fermi nello stesso posto per sempre. Come sono certa che c’è gente che si muove un sacco ma che di testa è più immobile di chi non è mai salito su di un aereo.
Dopo tutto viaggiare è uno stato mentale.
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