Oggi vi presento Ile

Ci separano una ventina di piani ma ci incontriamo spesso in ascensore, oppure nell’androne del nostro palazzo quando lei lo attraversa rapida, quasi si muovesse a levitazione magnetica come il Maglev, il treno rapido che collega l’aeroporto di Shanghai a Pudong, sempre sorridente e con quello stile disinvolto ed elegante, così poco sciura, che apprezzo molto, mentre io trascino i miei figli, scompigliata e distrutta, da o verso un’ennesima ed amena attività pomeridiana.
Fatto sta che questi brief encounters sono sempre, almeno per me, un’iniezione di buonumore perché poco importa lo stato pietoso in cui versi, lei riesce comunque a farmi un complimento con un tale entusiasmo che finisco sempre per crederci davvero.

Per Ileana i pannolini, i compiti, il corso di nuoto oppure la tediosa partita di pallone a cui assistere per poi mentire con tanti 'ma che bravo', sono finiti da tempo. I suoi tre figli, tutti abbondantemente sopra la ventina, ormai si gestiscono da soli e così bene che, contrariamente a quanto di solito accade, non sono loro che sono partiti lasciando indietro la mamma ma piuttosto il contrario. 
E' Ileana che nel settembre del 2015 li ha salutati per accompagnare “il Walter”, suo marito e figura mitica per me perché lei ne parla sempre ma io l’ho forse incrociato una mattina all’alba quando fremevo in attesa dello schoolbus, in una nuova avventura professionale e di vita qui a Shanghai.

E’ la prima persona che conosco, da quando giro come una zingara, che ha fatto questa scelta ad un’età più matura di tanti che, a partire dalla sottoscritta, si, si sono lasciati indietro amici ed affetti ma con ancora molto da costruire ed un’energia che io per esempio, già adesso che ne ho 41, non avrei già forse più.
Per questa ragione, oltre ad una simpatia immediata, è scattata una grande ammirazione per questa donna a levitazione magnetica con due occhi trasparenti e sinceri che mi ha parlato per la prima volta della sua storia sul marciapiede, in una soleggiata giornata di novembre quando, grazie ad un’amica comune, ci siamo finalmente incontrate per andare a vedere insieme una mostra in una galleria dell' M50 o Moganshan 50, un sito industriale riconvertito in spazi adibiti all’arte contemporanea.

A distanza di mesi, e approfittando di un tiepido sole primaverile, dopo esserci ripromesse di vederci per un caffè almeno duecento volte, abbiamo finalmente avuto occasione di farci una lunga chiacchierata sedute all’aperto in una nuova bakery vicino a casa.
Ho riso ad una serie di video che “il Walter” aveva girato in un parco di Shanghai in cui Ileana cercava di convincere dei passanti a cantare insieme a lei “Tanti auguri” in versione cinese, da inviare poi ad un’amica italiana per il suo compleanno, ma mi sono intenerita molto quando Ile, come la chiamano tutti, mi ha confessato che partire è stata dura e che sono scese tante lacrime fino al decollo. Davanti a lei, infatti, un grosso punto di domanda, una rete sociale da ricostruire da zero ed una dinamica di nuovo a due con “il Walter” che, come succederebbe a tutte, la impensieriva.
A due anni di distanza e a giudicare dalla sua fitta agenda di impegni, dalla scuola di italiano dove insegna, al coro in cui canta, senza contare la lunga lista di eventi a cui partecipa in quanto colonna portante dell’ADIS (Associazione Donne Italiane Shanghai) e a cui riesce a tenere dietro proprio perché a levitazione magnetica, mi sembra che si sia inserita alla grande qui a Shanghai. La sua arma vincente, oltre ad una spiccata socievolezza, credo che siano tuttora la curiosità e l'interesse nei confronti della cultura locale senza i soliti preconcetti ed una certa supponenza che io spesso ritrovo nella cerchia expat.

E a giudicare dall’espressione degli occhi quando parla del Walter, non posso che augurarmi, un giorno, di ritrovarmi così con “l’Iduzzo” senza la costante interferenza dei nostri 'adorati' figli e magari condividendo una nuova ed intrigante esperienza di vita.

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