Home sweet home

Avrei dovuto portarla con me ed indossarla almeno i primi giorni qui a Milano. Mi riferisco alla t-shirt con la seguente scritta "Stay calm. I am Canadian", comprata recentemente perché, si, spesso rido dell'impassibilità e della rilassatezza dei miei concittadini d'adozione. Ma la verità è che "calm" lo sono diventata anch'io perché, come si dice, a furia di stare con chi zoppica ..., sviluppando un livello di pazienza, di tolleranza e di pace interiore che, però, a Milano non ti porta molto lontano se non alla neurodeliri.

E mi sono, così, ritrovata a camminare per le vie di quella che è la mia città completamente disorientata, spintonata qua e là, scavalcata nelle code, partecipe mio malgrado di liti al telefono fra sconosciuti e di sfoghi contro terzi fra amici. Ho rinunciato pressoché immediatamente ad una discussione con un operatore Vodafone per la riattivazione del mio cellulare italiano, quando, in passato, non avrei mollato l'osso, ricorrendo a diverse strategie, sino a raggiungere lo scopo.
Ci sono voluti diversi giorni per riprendermi dall'imbambolimento canadese e recuperare un po' di smalto. Cosa che, invece, non è riuscita ai miei figli. Cresciuti parzialmente a Taiwan e ora in Canada, non sembrano avere ereditato un granché da due genitori nati in paesi (Italia e Israele) decisamente più ruspanti.
Ai giardinetti hanno ceduto allo spirito d'iniziativa, chamiamolo così, di coetanei e di bambini più grandi che hanno loro soffiato turni in altalena e sullo scivolo, ricorrendo a spintoni e a manate. Molti figli di quelle madri che poi senti urlare "se vengo lì, te le suono" ma che, lì, non vengono mai, troppo impegnate a raccontarsi con le amiche i dettagli dell'ennesima vacanza in Sardegna.
Io, che invece vado in vacanza in Nuova Scozia, meta molto meno interessante e conosciuta, ho tutto il tempo di correre dietro ai miei figli per assicurarmi che giochino senza fare male a se stessi e agli altri.
Sfigata.

Milano l'ho trovata più incasinata del solito. Sarà anche l'Expo che si avvicina ma, nonostante qualche ritocco estetico da grande metropoli, troppi sono ancora gli spazi, le strade, gli angoli completamente trascurati da un minimo di attenzione e di decoro urbano. Del resto cosa aspettarsi da un'amministrazione che ha avuto la geniale idea d'installare quei due mostruosi padiglioni per l'Expo in Largo Cairoli, uccidendo la prospettiva sul castello da Via Dante ? Andrebbe presa a capate nei denti.
Ma, come mi ha suggerito una vecchia conoscenza, se non ti va bene tornatene nel tuo paese d'adozione, noioso ed omologato. E infatti non posso che raccogliere tale invito con estremo piacere.
Domenica torniamo a casa.





Commenti

  1. Mi piacerebbe provare questa flemma canadese che tutti elogiano, probabilmente è il giusto modo di vivere, di prendere le cose.

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  2. Peccato! ti ho persa per un soffio! Io torno e tu parti! Che disdetta! ti avrei salutato volentieri cara gemella. A proposito..un po' in ritardo: BUON COMPLEANNO! Anna C.

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    1. In ritardo come sempre su tutti e su tutto, Tanti Auguri !! :-)

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  3. Quanta amarezza porti via.
    Mi spiace che la tua città ti faccia questo effetto, e mi auguro che al tuo prossimo ritorno (che spero vicino) tu possa ripartire di umore migliore.
    C.

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  4. Mai piu' riuscirei a tornare a vivere in mezzo a quella nevrosi.

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  5. E' come se mi fossi disintossicata ...

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