Un'avventura

Giovedì mattina è finito il primo anno di asilo di Ming. Nella sacca con le sue cose (pannolini, pantaloni, magliette e mutande intonse sigh ...) c'era un cartoncino verde rigido con all'interno la foto di classe, scattata diversi mesi fa, ed i nomi dei compagni, tutti rigorosamente in cinese tranne quelli di Ming, Edward, Sirak e di una certa Madeleine, figlia di genitori ABC (American Born Chinese).

Quando ho visto il cartoncino mi sono commossa, cosa che, ultimamente, mi succede spesso anche quando guardo la pubblicità in tv. Tutta colpa degli ormoni.
Ming sta crescendo e la sua vita da piccolo uomo indipendente è già iniziata. All'asilo ha fatto esperienze e mostrato lati del carattere che io non conoscevo. Per la prima volta, ha affrontato, da solo, un ambiente nuovo e persone diverse da me e da baba. Certo, è stato super coccolato anche perchè, se la nostra intenzione era quella di inserirlo in un asilo dove fosse lui il bimbo "diverso", è stato, sin dai primi giorni, il bambino a cui tutti hanno riservato le maggiori attenzioni.
Ci è mancato poco che Melody venisse a casa con noi giovedì. Ha abbracciato Matteo per una mezzora prima di lasciarlo finalmente libero. Don't worry, le ho detto, you will see him again in September.

Mentre aspettavo che Ming fosse finalmente dismissed, guardando fuori dalla finestra, pensavo a quanto la mia vita sia imprevedibile. Chi se lo sarebbe immaginato, quattro anni fa, quando lo spilungone ed io sgambettavamo per le strade di New York (urban honeymoon dopo un matrimonio decisamente sportivo), viziandoci con cocktails and happyhour serali, che invece oggi l'happyhour serale l'avremmo trascorso vedendo un nuovo episodio di Charlie and the numbers o rileggendo per l'ennesima volta la storia dell'orso e della luna ? Oddio, sospettavo che prima o poi la famiglia si sarebbe allargata e i cocktails ristretti ma non potevo immaginare come e, soprattutto, dove.
Taiwan ? State scherzando ? E invece no. Taiwan.
E così oggi non posso prevedere cosa faremo e dove saremo fra altri quattro anni. Sorpresa.
C'è un aspetto di questa vita imprevedibile che, talvolta, è un po' stancante. Mancano molto alcuni affetti e skype non è sufficiente per quanto sia un grandissimo aiuto. La distanza ed il fuso orario, poi, non aiutano, anzi ostacolano la comunicazione con certe persone e questo mi snerva parecchio.
Da un altro punto di vista, però, c'è un che di elettrizzante nel non sapere cosa succederà fra pochi mesi, nell'essere in un viaggio perenne di cui, per il momento, non si scorge la fine.
E' un'avventura vissuta con tutte le garanzie e le sicurezze del caso e, certamente, non estrema come quella di chi prende la famiglia, la sbatte su di una barca a vela per fare il giro del mondo. La nostra è un'avventura più "borghese".

A questo pensavo anche l'altra sera, mentre rincasavo a piedi dal corso di yoga. Tra l'altro, è bene che cambi tragitto perchè, sudaticcia e un po' sfatta, passo sempre davanti alle vetrine chic di Mitsukoshi dove sono incollate delle gigantografie di testimonial stragnocche come Gisele, Gwyneth Paltrow e Natalie Portman che, francamente, non fanno bene al mio ego. 
Buon week-end a tutti !